Corriere La Lettura 9.9.18
Astrofisica Non esiste soltanto
un’entità misteriosa della quale vanno compresi i segreti. Ce n’è una
seconda, ancora più enigmatica: cozzano l’una con l’altra e insieme
rappresentano il 95% delle forze dell’universo
La guerra del cosmo Materia oscura contro energia oscura
di Cristiano Galbiati
Due
entità in lotta, dall’inizio dei tempi, per conseguire il dominio
assoluto. Un conflitto senza tregua e senza esclusione di colpi: ogni
mezzo è lecito, come in amore e in guerra. Una guerra serrata,
dall’esito tutt’altro che scontato, che attraversa i confini del tempo e
dello spazio: repentini i rovesciamenti del fronte, e inaspettati.
Questa lotta sta avendo luogo proprio intorno a noi, in questo preciso
momento. Ha determinato tutto ciò che siamo oggi, e finirà per fissare
il destino ultimo dell’Universo. Dobbiamo cercare di comprenderla a
fondo: è essenziale, se ci interessa capire da dove veniamo e se
vogliamo prevedere l’evoluzione di tutto ciò che ci circonda.
Solo
negli ultimi vent’anni abbiamo capito che sin dall’inizio dei tempi,
marcato dall’evento singolare del Big Bang, l’evoluzione dell’Universo è
stata interamente dominata dalla battaglia feroce tra queste due entità
sconosciute. Esse sono in una posizione dominante nel mondo fisico,
perché rappresentano circa il 95% dell’energia dell’Universo. Eppure si
sono tenute «nascoste» sino a ieri. Questo è stato possibile perché non
sono dotate di carica elettrica e non interagiscono direttamente con i
campi elettromagnetici: non emettono né assorbono né riflettono luce.
Sono due entità oscure. Misteriose e ignote come divinità ctonie, le due
entità oscure sono parimenti importanti, ma giocano due ruoli
contrapposti e antagonisti nell’evoluzione dell’Universo.
La prima
entità si comporta come una massa diffusa e pesante, potremmo dire che è
il vero centro di gravità permanente dell’Universo. Grazie
all’attrazione gravitazionale dovuta alla sua enorme massa,
nell’Universo bambino, costituito da una distesa uniforme di gas
idrogeno, si sono formati filamenti simili a quelli di una tela di
ragno: fluttuazioni di densità in eccesso dell’entità primordiale hanno
richiamato gas idrogeno delle regioni circostanti, aumentando il
potenziale gravitazionale e così richiamando materia da regioni sempre
più lontane, fino a creare regioni molto dense di gas. Nei punti di
incrocio di questi filamenti, agli snodi della tela di ragno, sono nati
gli ammassi: qui si sono potute formare le galassie, le stelle e i
sistemi solari. Questa prima entità, che ha dominato le fasi iniziali
della nascita e della crescita dell’Universo, è nota ai più sotto il
nome di «materia oscura». Si presume che sia formata da particelle di
una classe nuova, mai osservate in precedenza, che interagiscono molto
debolmente con la materia normale, quella di cui siamo fatti noi e tutti
i corpi celesti osservati finora. Senza materia oscura, non si
sarebbero mai formati le stelle, i pianeti e tutto ciò che rende
l’Universo interessante.
La seconda entità è invece una forma di
energia mai vista prima: dirompente e lacerante. Si comporta come se
fosse una forma di energia intrinseca del vuoto cosmico: è come se
fornisse a ogni unità di spazio-tempo un’energia di base, semplicemente
per il fatto di esistere, pur in assenza di qualsiasi contenuto e forma
materiale. A causa della presenza di questa seconda entità primordiale,
quando l’Universo si espande la sua energia totale aumenta. Così
l’entità esercita sull’Universo una pressione costante verso
l’espansione, proprio l’esatto contrario di quanto fa la forza di
gravità. Questa seconda entità va sotto il nome di «energia oscura».
Se
la materia oscura è oggi il primo enigma scientifico, la cui soluzione è
cruciale per la comprensione del cosmo e delle nuove leggi della
fisica, l’energia oscura è un mistero ancor più fitto e affascinante,
forse il più grande mistero scientifico di sempre. Completamente
ininfluente all’inizio dei tempi, a seguito della continua espansione
dell’Universo ha finito per assumere un ruolo vieppiù importante. Se
infatti la materia oscura era dominante agli albori dell’Universo (quasi
ininfluente invece il ruolo della materia normale, di cui siamo fatti
noi e le stelle), la sua densità di energia è calata rapidamente a
seguito della diluizione dovuta all’espansione dell’Universo. Non così
per l’energia oscura: la sua densità rimane costante per unità di
spazio-tempo. Qualche miliardo di anni fa l’energia oscura ha preso il
sopravvento, portandoci in una nuova era, caratterizzata da una forte
accelerazione dell’espansione dell’Universo, ormai non più
controbilanciata dalla forza di attrazione della materia oscura.
A
causa di quest’espansione accelerata, intere porzioni dell’Universo si
stanno allontanando dalla nostra visuale a velocità più elevate di
quella della luce: sono perse per sempre nello spazio-tempo, e non
saranno mai più accessibili. Tra qualche miliardo di anni, corpi astrali
che oggi sono lontanissimi ma visibili, e la cui osservazione ci
permette di comprendere il ruolo e la potenza dell’energia oscura,
scompariranno per sempre dietro l’orizzonte. A quel tempo la porzione di
Universo visibile sarà ristretta alle sole galassie del «gruppo
locale», quelle più vicine alla nostra Via Lattea.
Il fenomeno è
così drammatico da influire persino sulla possibilità che civiltà future
avranno di rendersi conto di questi fenomeni. Per una nuova civiltà che
compaia tra qualche miliardo di anni, quando l’orizzonte dell’Universo
sarà molto più ristretto di quello che è oggi, potrebbe essere
impossibile ricostruire, sulla base di nuove osservazioni astronomiche
dirette, il ruolo della materia e dell’energia oscura nell’evoluzione
dell’Universo. In questo senso ci troviamo in una situazione del tutto
particolare e inedita dal punto di vista della ricerca scientifica.
Siamo nel momento esatto in cui queste due entità, che lasciano
sbigottiti e potrebbero cambiare per sempre le leggi della fisica, si
dispiegano in tutta la loro potenza. Sta a noi cercare di fornire
risposte agli enigmi che ci pongono, senza rimandare il compito a un
futuro imprecisato.
Anche questa circostanza contribuisce a
rendere la materia e l’energia oscura i problemi scientifici più
affascinanti del secolo appena iniziato. E per questo oggi partiamo per
un programma di esplorazione ambizioso, non sapendo se e quando il
nostro viaggio avrà termine. Dobbiamo scontare che forse saranno
necessarie nuove leve e generazioni di ricercatori prima di arrivare
alla meta. L’unica certezza è che il cammino di scoperta richiederà lo
sviluppo di tecnologie e strumenti nuovi, per permetterci di spingere il
nostro sguardo più in là.
Le ricadute tecnologiche su
applicazioni di interesse per la società (il cosiddetto broader impact)
sono già molto importanti oggi, ed è facile anticipare che produrranno
nuovi frutti negli anni a venire. Gli esperimenti ai Laboratori del Gran
Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare sono in prima linea
per la possibile scoperta della natura della materia oscura. Per loro
inclinazione o per puro caso, i ricercatori italiani sono
particolarmente a loro agio in questa navigazione senza meta prefissata.
Ancora una volta, il viaggio in mare aperto e l’esplorazione delle
nuove terre sono appena cominciati.