Corriere La Lettura 16.9.18
Fede nel sapere
Ammettere sempre le confutazioni è un punto di forza
La scienza può sbagliare Per questo merita fiducia
di Chiara Lalli
Fede
nella scienza? Molte discussioni con i credenti si chiudono con una
risposta che non lascia spazio a obiezioni: «Ho fede, non posso
dimostrarlo». Spesso si crede senza capire il contenuto delle proprie
certezze. Non è una caratteristica solo delle religioni. Non è raro che
qualcuno abbia lo stesso atteggiamento verso posizioni politiche o di
altro genere. Sapreste dimostrare la convinzione che la violenza è
aumentata negli ultimi anni o che tornare alla lira salverebbe l’Italia?
La
rimozione di alcune ingiustizie comincia rimediando alla fiducia
acritica. È sensato attribuire una qualche superiorità all’essere nato
in un luogo (patriottismo) o con alcune caratteristiche esteriori
(razzismo)? Che cosa c’è di diverso nel credere al Big Bang o
all’evoluzione? Dipende dai credenti, ovviamente. E poi dalle condizioni
di quella credenza.
Se avere fede nella scienza potrebbe sembrare
contraddittorio, avere fiducia è invece inevitabile. Dobbiamo fidarci
delle fonti, degli esperti, delle teorie e delle leggi scientifiche. Non
possiamo controllare quasi niente direttamente. Non abbiamo né le
capacità né il tempo per farlo. Il Big Bang non è replicabile.
L’evoluzione non è «osservabile». Una delle scoperte recenti, che ha
richiesto una «fede» ostinata, è stata quella del bosone di Higgs — che
nessun inesperto è in grado di spiegare in modo soddisfacente, ma che
merita una fiducia diversa rispetto alla reincarnazione o all’esistenza
dell’anima.
Certo, possiamo vagliare alcuni esperimenti (si pensi
al celebre caso di Andrew Wakefield e della falsa teoria circa i vaccini
che causerebbero l’autismo), ma non possiamo ogni volta ricontrollare
tutte le premesse di quelle verifiche. Dobbiamo fidarci. Ed è per questo
che la scelta di che cosa e chi merita fiducia è così importante. Il
«New England Journal of Medicine» e «Nature» sono meglio delle Iene, se
vogliamo sapere quali trattamenti sono efficaci per curare una neoplasia
o se sotto al Gran Sasso si svolgono pericolosi esperimenti. Meglio
rivolgersi a un ingegnere, non a un laureato in Scienze della
comunicazione, se vogliamo controllare la tenuta di un ponte.
Anche
la scienza può sbagliare. Anzi, forse è proprio questa la differenza
principale: la fede nella scienza non è acritica e non è immune da
errori. La possibilità di sbagliare è una forza rispetto alla ingenua
convinzione che è beato chi crede senza bisogno di dimostrazioni. Si può
sempre domandare, mettere in dubbio, confutare. Si può avere fede nella
scienza? Direi che si deve. Ricordando sempre le condizioni di quella
«fede» e la possibilità di rivedere qualsiasi legge e qualsiasi
scoperta.