Corriere La Lettura 16.9.18
La sintesi di Caruana e Viola
Viscerali ma anche culturali Che varietà nelle emozioni
di Antonio Carioti
Per
capire l’uomo bisogna guardare innanzitutto al suo corredo biologico,
oppure la priorità va assegnata ai fattori culturali e sociali (in una
parola storici) tipici della nostra specie? Nel campo delle neuroscienze
la questione è assai dibattuta: lo si evince dalla lettura del libro di
Fausto Caruana e Marco Viola Come funzionano le emozioni (il Mulino,
pagine 215, € 14). Da una parte c’è la scuola «categoriale», che insiste
sul legame tra il corpo e la psiche nella definizione di alcune
«emozioni di base» ben distinte tra loro e comuni all’intero genere
umano (nonché ad altri mammiferi). Dalla parte opposta troviamo
l’approccio «costruzionista», secondo il quale molto dipende dalla
«interazione con l’ambiente sociale nel quale ci formiamo», perché «la
cultura ha plasmato il nostro cervello così a fondo da essere
considerata natura».
I due autori passano in rassegna l’evoluzione
delle diverse teorie, ma non giungono a conclusioni univoche. Rifiutano
infatti l’alternativa secca tra le due correnti di pensiero e sostengono
che è possibile farle coesistere in un quadro complesso: se la visione
categoriale ci aiuta a comprendere meglio le esperienze «più viscerali,
motivazionali e tendenti all’azione», quella costruzionista contribuisce
a spiegare «i fenomeni emozionali più sofisticati».