sabato 8 settembre 2018

Corriere 8.9-18
Lega oltre il 33% E stacca il Movimento di 3,5 punti
La Lega cresce di 2,5 punti attestandosi al 33,5%. E torna a essere il primo partito, superando il M5S (meno 1,5 punti) al 30% di preferenze
di Nando Pagnoncelli


L’ ultimo sondaggio pubblicato in questa rubrica prima della pausa agostana aveva fatto registrare un ragguardevole consenso per il governo, il più elevato degli esecutivi che si sono succeduti negli ultimi 12 anni. Il mese di agosto è stato ricco di avvenimenti — dal crollo del viadotto Morandi, alla questione migranti con la vicenda della nave Diciotti, al futuro dell’Ilva, solo per citare i principali — accompagnati dal crescente profluvio di dichiarazioni e commenti amplificati dai social network e rimbalzati da vecchi e nuovi media come la pallina di un flipper. Con il sondaggio di questa settimana abbiamo voluto verificare la temperatura dell’opinione pubblica nei confronti del governo, del premier e dei suoi vice, oltre alle intenzioni di voto degli italiani.
Iniziamo da queste ultime. La Lega fa registrare una crescita di 2,5 punti rispetto a luglio, attestandosi al 33,5%, il risultato più elevato di sempre, e ritorna ad essere il primo partito, superando il Movimento 5 Stelle, che fa segnare un calo di 1,5 punti con il 30% delle preferenze. Da maggio in poi abbiamo assistito ad una serie di sorpassi e controsorpassi tra le due forze politiche alleate di governo, degni di una gara di Moto Gp. Alle loro spalle si colloca il Pd, stabile al 17%, quindi Forza Italia con l’8,7%, in aumento di un punto; a seguire tre forze sostanzialmente allo stesso livello (tra 2,4 e 2,5%): Fratelli d’Italia, +Europa e Liberi e uguali. Nessun’altra formazione raggiunge l’1% e oltre un elettore su tre manifesta l’intenzione di astenersi o si dichiara fortemente indeciso.
L’«allungo» della Lega sui pentastellati può essere ricondotto inoltre a due aspetti: innanzitutto la maggiore omogeneità e coesione dell’elettorato leghista rispetto a quello degli alleati che viceversa da sempre è molto trasversale e reagisce diversamente alle proposte avanzate da Movimento o sostenute dall’esecutivo. Una parte della componente che si colloca più a sinistra, ad esempio, dissente dalla politica sui migranti, quella che proviene da destra non apprezza le evocate nazionalizzazioni o i possibili stop alle grandi opere. In secondo luogo il diverso modello-partito: la Lega ha una storia più lunga e un’organizzazione tradizionale, può contare su un forte radicamento territoriale nelle regioni centro settentrionali, su attivisti e amministratori locali in grado di consolidare il consenso; il Movimento ha il primato nell’utilizzo della Rete che ha consentito di amplificare il consenso accentuando la componente del voto d’opinione. Ma le opinioni sono volatili, soprattutto negli ultimi tempi.
Quanto al consenso per il governo e per i «triumviri», il sondaggio odierno fa segnare una battuta d’arresto. Intendiamoci, il gradimento si mantiene su livelli molto elevati, ma si registra una flessione di qualche punto: l’esecutivo risulta apprezzato dal 58% degli italiani (-3% rispetto a fine luglio), il premier Conte dal 57% (-4%), Salvini dal 51% (-1%) e Di Maio dal 45% (-5%).
Il calo, oltre ad una sorta di «rimbalzo tecnico» rispetto ai livelli molto elevati registrati nella precedente rilevazione di cui si è detto più sopra, può dipendere da qualche elemento di insoddisfazione su specifici segmenti elettorali. In particolare il governo e il presidente Conte — che sono sostenuti da un consenso molto forte, tra 87% e 96%, e molto stabile tra gli elettori gialloverdi — subiscono una flessione significativa tra quelli di Forza Italia e degli altri partiti di centrodestra (-15%) e tra gli astensionisti (-5%).
Pure Salvini mostra una diminuzione presso gli stessi elettorati, ma compensa parzialmente grazie a un lieve aumento presso gli elettori della maggioranza. Al contrario Di Maio vede ridursi il consenso presso i leghisti (-15%) e gli astensionisti (-11%). A questo proposito è interessante osservare che Salvini è apprezzato da tre pentastellati su quattro (73%), mentre Di Maio da due leghisti su tre (66%). Tra gli elettori di centrosinistra i livelli di gradimento non variano e si mantengono comprensibilmente piuttosto bassi.
Con la presentazione della legge di bilancio nel mese di settembre solitamente gli esecutivi entrano in una fase delicata nel rapporto con l’opinione pubblica. È probabile che il governo Conte non farà eccezione perché si misurerà con quanto contenuto nel contratto di governo. I temi su cui sono concentrate le maggiori aspettative sono la riforma delle pensioni, la flat tax e il reddito di cittadinanza. E non va dimenticato che le priorità degli italiani sono rappresentate dall’occupazione e dai migranti. Si tratta di una sfida importante, anche dal punto di vista comunicativo.