Corriere 22.9.18
Spunta a Londra la lettera che fece di Galileo un eretico
Trovata da un italiano la copia scritta a un amico nel 1613. Le correzioni per placare l’Inquisizione
di Giovanni Caprara
Il
caso Galileo Galilei non è ancora chiuso. Una lettera trovata in una
biblioteca della Royal Society a Londra riapre, in un certo senso, la
vicenda offrendo dettagli curiosi sull’atteggiamento del grande
scienziato nei confronti della Chiesa per quanto riguarda la teoria che
voleva la Terra rotante intorno al Sole. Atteggiamenti che forse
nascondono un intrigo o addirittura una falsificazione.
La
lettera, lunga sette pagine, è stata trovata da Salvatore Ricciardo,
storico della scienza dell’Università di Bergamo che l’ha studiata
assieme a Franco Giudice della stessa università. L’esame finale di
Michele Camerota dell’Università di Cagliari ne ha confermato poi
l’autenticità e la rivista scientifica britannica Nature ne rivela ora i
contenuti. La lettera firmata G.G. e scritta il 21 dicembre 1613 era
indirizzata all’amico Benedetto Castelli, matematico dell’Università di
Pisa. In essa Galileo sosteneva che la ricerca scientifica doveva essere
libera dalla dottrina cattolica. Il frate domenicano Niccolò Lorini la
recapitò all’Inquisizione e ora si trova negli Archivi Vaticani. Galileo
scrisse poi all’amico Piero Dini ipotizzando che qualcuno avesse
manipolato la lettera aggravando le sue accuse alla Chiesa. Per questo
gli inviò una seconda lettera meno aggressiva pregandolo di recapitarla
in Vaticano. E questa sarebbe la lettera ora rinvenuta nella biblioteca
londinese che dimostrerebbe come Galileo avesse modificato alcune
affermazioni rendendole più diplomatiche soprattutto per evitare le
prevedibili reazioni dell’Inquisizione.
La parola «falsa», ad
esempio, riferita alla Bibbia diventò «appare diverso dalla realtà».
Sotto queste correzioni, tuttavia, si scoprono le vere parole usate
nella prima missiva che lo portarono al processo celebrato dall’aprile
al giugno 1633 e alla condanna di eresia. Dovettero passare 359 anni
prima che nel 1992 Papa Giovanni Paolo II riabilitasse il grande
scienziato che aveva detto la verità sui moti celesti e fondato la
scienza.