Corriere 15.8.18
Sul caso Diciotti il 61% si schiera col leader leghista
di Nando Pagnoncelli
Favorevole anche quasi un quarto
degli elettori di centrosinistra
I
l tema dell’immigrazione è centrale nel dibattito politico. Per quanto,
con evidenza, sovrastimato, visto il calo degli afflussi che tutte le
statistiche registrano, esso rimane cruciale. In primo luogo perché
riguarda alcuni aspetti politici rilevantissimi sui quali si definiranno
i rapporti di forza del prossimo Parlamento europeo, che a loro volta
determineranno le caratteristiche dell’Unione e addirittura le
condizioni della sua stessa sopravvivenza. In secondo luogo, perché il
tema parla alla «pancia» del Paese.
Quest’estate il caso della
Diciotti — la nave della Guardia costiera italiana che aveva raccolto
177 migranti ma cui era stata negata la possibilità di sbarcarli — è
stato emblematico della linea del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
L’importanza
del caso è già evidente nella «audience» che ha avuto: poco meno del
90% dei nostri intervistati ne è al corrente e il 60% ha seguito la
vicenda nei dettagli, con la punta massima di attenzione tra gli
elettori del centrosinistra, dove si arriva circa all’80% di informati.
La
linea di Salvini e la sua conduzione del caso sono condivise dalla
larga maggioranza: oltre il 60% apprezza le scelte, solo un quarto degli
elettori è critico. Si tratta di un consenso diffuso, che si massimizza
tra gli elettori leghisti (86%), ma rimane elevatissimo anche tra i
pentastellati (74% in accordo, 20% critico), e maggioritario anche tra
chi ha scelto Forza Italia e FdI (72%). Elevata invece la contrarietà
degli elettori di centrosinistra (70%), anche se quasi un quarto
apprezza il ministro. È interessante sottolineare che anche tra gli
elettori cattolici il sostegno a Salvini rimane prevalente: tra coloro
che frequentano le funzioni religiose almeno una volta alla settimana, i
critici arrivano al 33% ma i consensi sono al 57%, solo 4 punti in meno
della media.
Alla notizia dell’apertura di un’indagine sul suo
operato, Salvini ha reagito in maniera sprezzante appellandosi alla sua
legittimità di eletto. In questo molti hanno visto toni eccessivi e
rischiosi, anche perché utilizzati da un rappresentante istituzionale.
Cionondimeno la maggioranza sta dalla sua parte: il 56% condivide,
mentre la critica sale al 31%. Ancora una volta compatti gli elettori
leghisti, seguiti dai 5 Stelle; in questo caso gli elettori di FI e FdI
sono più tiepidi, anche se la larga maggioranza (58%) approva. Anche in
questo caso tra gli elettori di centrosinistra permane una quota non
irrilevante (quasi un quinto) che si schiera con Salvini. Così anche il
55% degli elettori cattolici.
All’interno del M5S sul caso
Diciotti si era levata la voce contraria del presidente della Camera
Roberto Fico. Abbiamo quindi chiesto se questa vicenda possa avere
ripercussioni sul governo. Le risposte sono meno nette delle precedenti:
il 48% pensa che non ci saranno ricadute, quasi il 30% al contrario
ritiene che possano esservi conseguenze. Solo gli elettori di
centrosinistra si attendono (o auspicano) ricadute, ma è da rilevare che
circa un quarto sia di leghisti che di pentastellati pensa che
l’episodio possa incrinare l’unità dell’esecutivo.
I dati
confermano quindi il diffuso consenso per Salvini su questi temi, ma
registrano anche la presenza di elementi critici negli elettorati dei
partiti di maggioranza. È tuttavia evidente che, ancora una volta, è il
leader leghista a essere premiato rispetto all’altro vicepremier Di
Maio. Contraddizione che abbiamo già visto e che può rafforzare le
tensioni, soprattutto alla vigilia della definizione del bilancio
preventivo.