Corriere 3.7.18
Siena, il centrodestra si prende il Palio Salvini: non vedo nessuno di sinistra...
Finestre separate con gli «alleati». Il leader: nuove sedi ma la base della Lega resta Milano
di Marco Gasperetti
SIENAAffacciato
alla trifora centrale della Sala del Concistoro, dopo tre ore e mezzo
di sudore, saluti alla folla di Piazza del Campo, selfie tra gli
invitati a Palazzo Pubblico, baci e abbracci, Matteo Salvini più che
Alberto da Giussano sembra un po’ quel Guidoriccio da Fogliano (senza
cavallo) che trionfa poco metri più in là in un affresco di Simone
Martini. Si sente così senese, il vicepremier, ministro dell’Interno e
leader della Lega, che non ha neppure più bisogno della felpa con il
nome della città usata nel tour elettorale. «Stupendo, straordinario,
magnifico. Tornerò il 16 per il Palio dell’Assunta», dice dopo aver
assistito al corteggio storico, alla carica dei carabinieri (finita un
po’ male perché un militare è caduto dal destriero ed è finito
all’ospedale), allo spettacolo degli sbandieratori, ai rulli dei
tamburi, e infine all’elettrizzante corsa e alla vittoria del Drago. È
così emozionato, il Matteo che la Toscana non si aspettava, che si mette
pure a sorridere alle ipotesi che il nuovo partito, che sogna e
progetta potrebbe trasferirsi da Milano a Roma. «Sciocchezze, il
quartier generale della Lega resta a Milano ma apriremo sedi ovunque e
saranno tutte reali e non ci saranno piattaforme informatiche», dice
mentre stupefatto guarda alcuni contradaioli in piazza che s’azzuffano.
Ordine pubblico da ministero dell’Interno? «Macché, io nella storia, la
più bella e meravigliosa, non ci metto neppure un dito», risponde.
E
alla domanda per chi ha tifato risponde pronto e con un sorriso: «Ma
per chi ha vinto». Anche se in realtà dice di non aver un’unica contrada
nel suo cuore o comunque non la vuole rivelare ed è comunque sempre
dalla parte dei perdenti. «Stanotte, prima di dormire ed è la prima
volta che per me accade in questa città magica andrò a passeggiare in
incognito per le sue strade. È bellissima, unica. Come Il Palio, che non
è leghista, perché se Dio vuole sopravvive a tutto e a tutti». Poi una
stoccata agli avversari: «Non ho visto nessuno della sinistra e mi
dispiace. Gli assenti hanno sempre torto».
In realtà un paio di
esponenti Pd locali ci sono. C’è il presidente del consiglio regionale,
Eugenio Giani, Pd («L’è come il prezzemolo, lo trovi ad ogni evento»,
dice un consigliere comunale leghista) e Stefano Scaramelli, anche lui
dem. Ma la loro è un’apparizione fugace, timida e assai remissiva. Nelle
stanze che contano il centrodestra c’è, eccome. Nella Sala della Pace
dove si trova l’Allegoria del buono e del cattivo governo di Ambrogio
Lorenzetti, qualcuno, ha sistemato due file di sedie, una dalla parte
dell’affresco del buon governo, l’altra sotto quello del cattivo. Da che
parte si siederà l’uomo che ha assediato e conquistato Siena? Ma Matteo
non abbocca e se ne sta in piedi. Oltre a Salvini è arrivata Giorgia
Meloni insieme al fido (e sempre più in carriera) deputato Giovanni
Donzelli. Si saluta con Salvini, anche se le finestre d’affaccio sono
diverse e le ultime esternazioni della leader di FdI sembrano aver un
po’ offuscato l’amicizia politica tra i due. «Non abbiamo parlato del
fiasco al summit europeo sui migranti — dice Meloni — ma con Matteo
andiamo ancora d’accordo. Noi al governo? Vedremo, ma non sono io che
l’ho chiesto e lo chiederò».
Tra i primi ad arrivare, il senatore
Maurizio Gasparri. Visita la sale, ma più che agli affreschi, sembra
essere interessato alla partita tra Brasile-Messico che cerca di
guardare faticosamente con un’iPad. Di FI c’è anche la vice presidente
del Senato Mara Carfagna, affacciata a un’altra finestra. Prima volta
anche per il ministro dell’Agricoltura Marco Centinaio. Che non nasconde
il suo amore per la contrada del Bruco («Che mannaggia, oggi non
corre»), ma quello che conta è aver conquistato un altro Palio con il
cavallo giusto. Quello politico.