Repubblica 27.6.18
Accordo ministero-sindacati
Prof, addio chiamata diretta primo colpo alla Buona scuola
c. z.
La
prima promessa elettorale di Lega e Cinque Stelle sulla scuola — la
fine della chiamata diretta dei docenti per l’arruolamento in cattedra —
è stata rispettata. Ieri pomeriggio il ministro dell’Istruzione Marco
Bussetti e i sindacati, dopo otto ore di trattative, hanno firmato
l’accordo, un contratto transitorio, che prevede che il personale
docente venga assegnato dall’Ufficio scolastico territoriale
all’istituto scelto attraverso la graduatoria e utilizzando i punteggi
delle domande di trasferimento. Dunque, per il passaggio degli
insegnanti dall’ambito territoriale alla scuola non ci sarà più la
cosiddetta chiamata diretta del dirigente scolastico, prevista dalla “
Buona scuola” renziana.
La Flc Cgil, che ha firmato con Cisl, Uil e
Gilda, fa sapere: «Questo atto rende oggettivo e non discrezionale
l’arruolamento». I posti saranno innanzitutto assegnati seguendo il
punteggio acquisito per la mobilità. Alla presentazione della domanda,
che avverrà a partire dal prossimo 27 giugno e sarà come sempre on line,
il docente indicherà la scuola — una soltanto, prima erano cinque — da
cui partire. Le operazioni dovranno essere concluse entro il 27 luglio.
Successivamente sarà effettuata l’assegnazione della sede per maestri e
professori appena immessi in ruolo: i vincitori di concorso, che avranno
priorità, e i supplenti provenienti dalle graduatorie ad esaurimento
(le Gae), anche qui in ordine di punteggio. L’accordo, firmato alla
vigilia delle nomine degli insegnanti, prevede una seconda parte
attraverso la quale si abolirà la chiamata per competenze (dizione più
corretta) anche per via legislativa: « La proporrò al prossimo Consiglio
dei ministri » , fa sapere Bussetti. « Era un impegno del governo del
cambiamento, dovevamo sostituire uno strumento troppo discrezionale e
con inefficienze ».
Dura l’associazione nazionale presidi:
«L’abolizione fa male all’utenza. Consentiva di scegliere i docenti più
adatti per l’offerta formativa della scuola e permetteva di adattare il
servizio alle esigenze dei ragazzi».