il manifesto 27.6.18
Buona Scuola addio. Firma Miur-sindacati: stop chiamata diretta
Riforme
Renziane Rottamate. Confederali e Gilda firmano il contratto che
rimette la mobilità in capo agli uffici scolastici territoriali. Anche
per i nuovi assunti. 'È un risultato importante che colpisce al cuore la
riforma, già cambiata con la contrattazione. Ora cambiare l’alternanza
scuola lavoro', commenta di Francesco Sinopoli, Flc Cgil
di Massimo Franchi
È
il caposaldo della Buona scuola. Lo strumento con cui ogni istituto
assomiglia più ad una azienda – con un manager a guidarla – che ad un
presidio pubblico di formazione. La chiamata diretta dei docenti da
parte dei dirigenti scolastici – la norma più criticata dagli stessi
docenti – è stata abrogata. Ancor più incredibile lo strumento con cui
si è arrivati a questa decisione: un accordo sindacale. L’opposto delle
norme imposte ai docenti con la Buona scuola, la «legge 107 del 2015»,
come preferiscono chiamarla i sindacati.
E PROPRIO FLC CGIL, CISL
Scuola, Uil Scuola e Gilda ieri pomeriggio al Miur hanno firmato il
contratto nazionale per l’assegnazione del personale docente. L’accordo
prevede che una procedura da parte degli Uffici scolastici territoriali,
gli ex provveditorati. Con l’accordo viene archiviato questo contestato
istituto anche in considerazione del ritardo sui tempi della mobilità.
Si procederà, quindi, ad assegnare le sedi ai docenti mediante
graduatoria utilizzando i punteggi delle domande di trasferimento.
In
dettaglio, il testo prevede due fasi. Nella prima è prevista la
copertura dei posti disponibili prioritariamente con personale che ha
ottenuto la mobilità su ambito con una delle precedenze (previste
dall’articolo 13 del contratto sulla mobilità). La seconda prevede la
copertura dei posti residuati col restante personale, secondo il
punteggio di mobilità. Questi ultimi docenti nella presentazione della
domanda, che avverrà a partire dal 27 giugno con procedura apposita on
line, indicherà la scuola da cui partire. Nel caso di mancata
indicazione sarà considerata «scuola capofila dell’ambito». Queste
operazioni saranno concluse entro il 27 luglio.
LA CHIAMATA DIRETTA È
ABOLITA anche per le nuove assunzioni. Successivamente infatti saranno
effettuate le operazioni per l’assegnazione della sede per il cosiddetto
«personale neo immesso in ruolo». Anche in questo caso si seguirà il
punteggio di graduatoria. I vincitori di concorso ordinario precederanno
i docenti provenienti dalle graduatorie ad esaurimento, le cosiddette
Gae. Una norma, quest’ultima, che rischia però di sollevare critiche da
parte dei docenti precari.
L’assegnazione della sede di incarico
avverrà contestualmente all’assegnazione dell’ambito di titolarità,
superando le discrasie degli anni precedenti.
UN CAMBIAMENTO COSÌ
importante è stato comunicato inaspettatamente dai soli sindacati. Il
ministro Marco Bussetti – tecnico in quota Lega ed ex provveditore
regionale lombardo – non era presente alla firma e ha commentato solo a
tarda sera l’accordo: «L’eliminazione della chiamata diretta dei docenti
era preciso impegno di governo. In attesa dell’intervento legislativo
di definitiva abrogazione, che e’ mia intenzione proporre nel primo
provvedimento utile».
«IL MINISTRO NON C’ERA, MA aveva annunciato in
un’intervista la contrarietà alla chiamata diretta – spiega il
segretario generale della Flc Cgil Francesco Sinopoli – . Per noi è un
risultato importante che colpisce al cuore una delle norme più discusse
della legge 107. In realtà con l’accordo sulla mobilità dello scorso
anno e con l’accordo di ieri con l’anticipo di un anno del bonus docenti
allargato ai docenti precari avevamo già cambiato profondamente la
riforma con la contrattazione». Sul rapporto con il nuovo governo,
Sinopoli ricorda che «la cancellazione era prevista nel contratto di
governo: la chiamata diretta non difendeva più nessuno nella scuola, se
non qualche renziano giapponese. Sicuramente c’è stata un’accelerazione
dei cambiamenti, ma ora ci aspettiamo un intervento sull’alternanza
scuola-lavoro, riducendo le ore per i licei e selezionando meglio le
aziende»,