Repubblica 16.6.18
Il rapporto Oxfam
L’atto d’accusa su Ventimiglia “ La polizia francese maltratta i bimbi”
Paolo G. Brera
ROMA
Chi è meno «vomitevole» scagli la prima pietra: un rapporto congiunto
di Oxfam, Diaconia valdese e Asgi accusa la polizia francese di abusi ai
limiti della tortura inflitti ai migranti — adulti e bambini non
accompagnati — fermati oltre il confine di Ventimiglia e rispediti in
Italia violando qualsiasi norma, oltre alla soglia minima della civiltà.
I
gendarmi, accusa il rapporto, arrivano persino a «modificare la data di
nascita dichiarata» dai ragazzini in fuga dalla guerra «in modo da
farli apparire adulti per poterli respingere». Per di più, li trattano
in modo disumano: «Li scherniscono — dice Chiara Romagna di Oxfam — li
maltrattano e a molti hanno tagliato la suola delle scarpe, prima di
rimandarli in Italia senza mettere in atto nessuna delle garanzie
prevista dalla legge».
Avrebbero diritto a un traduttore,
all’assistenza di un tutor e a un’informazione corretta sui loro
diritti, ma trovano ben altro.
Nel giorno in cui Macron e Conte
siglano una tregua barcollante sui migranti, le 24 pagine del rapporto
“Se questa è l’Europa” aprono l’armadio degli orrori tra i versanti
delle Alpi Marittime, lungo una frontiera «chiusa solo per le persone di
colore. A nessun bianco controllano i documenti», dice Simone Alterisio
di Diaconia Valdese.
«Ho provato a passare, ci hanno fatto
scendere dal treno strattonandoci e urlando; poi ci hanno spinti in un
furgone, ci hanno dato un foglio e ci hanno rimessi su un treno che
tornava in Italia senza spiegarci nulla», dice nel rapporto un 15enne in
fuga dagli orrori del Darfur.
E se li acciuffano dopo le sette di
sera, quando per un accordo tra Italia e Francia non possono essere
fatti respingimenti, «adulti e minori vengono trattenuti illegalmente
nei locali della polizia ferroviaria francese in promiscuità, senza cibo
né acqua, senza coperte o materassi e senza informazioni». Lì non hanno
accesso «né interpreti né legali, e gli abusi fisici sono la norma»,
sostiene il rapporto: «Gli urlano, gli ridono in faccia, li spintonano e
ad alcuni aprono il cellulare e portano via la scheda con tutti i dati e
i contatti della rubrica», impedendo loro «di telefonare ai genitori»,
accusa Daniela Zitarosa di Intersos.
E non va certamente meglio se
chi vorrebbe chiedere asilo è adulto: «Ci hanno fatto stare una notte
in una stanzetta, accasciate sulle sedie senza cibo o acqua — racconta
nel rapporto una donna 37enne fuggita dall’Iraq coi segni delle percosse
dell’Isis. «Ci hanno spinto e strattonato, a me hanno pestato con forza
i piedi e ora ho gli alluci neri. Mai, in nessun posto la polizia mi
aveva trattata così».