il manifesto 16.6.18
Elettrochoc da strada
Pistole 2.0.
Sfruttando il caso di Genova, si accelera la sperimentazione del taser,
senza approfondire i casi etichetatti come «sindrome da delirio
eccitato». Finirà che le forniranno agli psichiatri...
Esemplari di Taser, pistole elettriche
di Piero Cipriano
Jefferson
Garcia, ventunenne ecuadoriano, non era, come scrive Il Fatto
Quotidiano, «in cura per problemi psichici». Lo confermano gli
psichiatri del territorio genovese. Non era conosciuto ai servizi di
salute mentale. La madre chiama il 112 per una lite domestica.
Jefferson, ebbro o forse sotto l’effetto di droghe, con un coltello
minacciava di uccidersi, perché la moglie era andata via di casa. Di qui
a parlare di Tso ce ne vuole. Ma, certo, soprattutto chi si occupa di
informare, dovrebbe provare a non essere un portatore giornalistico di
stigma, e sapere che il Trattamento sanitario obbligatorio è stabilito
da due medici, il primo lo propone dopo aver visitato il paziente, il
secondo lo convalida, poi il sindaco del luogo emette l’ordinanza (solo
allora è Tso), infine un giudice tutelare stabilisce che il Tso è stato
fatto a norma di legge, dunque convalida o rigetta. Quattro attori che,
nel caso del Tso millantato del ragazzo ucciso non sono mai intervenuti.
Allora non si può gridare superficialmente sconsideratamente
allarmisticamente all’ennesima morte da Tso. Questa è una morte da
polizia. Ricapitolando: viene chiamato il 112 per un ragazzo che
minaccia il suicidio se sua moglie non torna a casa. Un medico che
stabilisse la natura (psichica o tossica) della crisi, non ha fatto in
tempo a vederlo, perché il ragazzo viene ucciso prima. Scrivere morto
per Tso è una inferenza in malafede. I poliziotti intervenuti spruzzano
sul suo viso del ragazzo uno spray urticante. Questo gesto invece di
ridurlo a più miti consigli determina una escalation. Con il coltello da
cucina che prima indirizzava a se stesso colpisce un poliziotto. Il
collega più giovane, impaurito, spara cinque colpi. Deve essere talmente
preso dal panico, per sparare cinque colpi, al corpo del ragazzo,
colpendo perfino il suo collega. Il ragazzo muore. E questa morte viene
narrata non come ennesimo caso di brutalità discrezionale della polizia.
Non come conseguenza del cicalare razzista e xenofobo di questi giorni.
Niente di tutto questo. È la morte di uno straniero matto, forse
drogato. Morte di un reietto dal triplice stigma. Rispetto al quale
cos’altro potevano fare i due fedeli servitori dello stato intervenuti
con eroismo e coraggio? Il neo-ministro che gioca a fare il duce si dice
vicino «come un papà» al poliziotto ferito che ha fatto il suo dovere.
Questa madre che invoca giustizia non merita la sua vicinanza. Il
ministro è papà solo per i poliziotti feriti. Lo straniero ucciso non
merita parola.
QUALE SARÀ LA CONSEGUENZA di questo evento? Il
neo-ministro Salvini e il capo della Polizia Gabrielli sono già
d’accordo nel dotare le forze dell’ordine di pistola elettrica. La
cosiddetta Taser. Sostengono che se i poliziotti ne fossero stato
provvisti, Jefferson non sarebbe morto e uno dei due poliziotti non si
sarebbe ferito.
Ma cos’è questa pistola elettrica? Jack Cover,
scienziato aerospaziale, inventa il Taser negli anni 70. Avrebbe dovuto
essere usata dalle forze di sicurezza in situazioni di emergenza, come i
dirottamenti aerei, essendo un’alternativa non mortale alle pistole.
Taser è acronimo di Thomas A. Swift’s Electronic Rifle (in italiano
sarebbe: fucile elettronico di Tomas A. Swift). È una saga d’avventura,
dove un personaggio, Tom Swift, inventa un’arma, che chiama fucile
elettrico, per uccidere cannibali pigmei e animali selvatici africani.
Potremmo dire che sembra l’arma ideale per gli inferiori, per gli
anormali. Le Taser all’inizio vengono classificate come armi da fuoco,
perché nella versione originale utilizzano polvere da sparo per
sganciare dardi elettrificati. Nel 1993 la polvere da sparo viene
sostituita con azoto compresso, e ciò rende la pistola conforme alle
normative sulle armi da fuoco. Le Taser hanno due modalità: «dardo» e
«drive stun». Il primo spara due dardi elettrificati, con forza tale da
penetrare i vestiti e rilasciare una scarica elettrica di 50mila volt.
La corrente scorre nel corpo della vittima finché l’agente tiene premuto
il grilletto, con effetto neurolettico (ovvero di paralisi del sistema
nervoso) potremmo dire, giacché impedisce qualsiasi movimento e causa
spasmi muscolari. In modalità «drive stun», invece, la pistola viene
premuta direttamente contro il corpo. Nel 2007, il Comitato delle
Nazioni unite contro la tortura manifesta preoccupazione per l’utilizzo
di queste armi, in grado di causare dolore estremo fino al decesso. Gli
esperti però sostengono che a causare il decesso non siano gli effetti
del Taser ma la «sindrome da delirio eccitato» (ricordo che quando morì
Andrea Soldi nel 2015 si disse che era morto per questa sindrome,
diagnosi di copertura con cui risolvere incidenti in cui sono coinvolte
le forze dell’ordine; è stata tirata in ballo anche per la morte di
Riccardo Magherini e molti altri), fantomatica sindrome non riconosciuta
né dall’Associazione medica americana, né dall’Associazione americana
di psichiatria, né dall’Organizzazione mondiale della sanità. Tuttavia
citata come causa del decesso in 75 dei 330 casi collegati al Taser tra
il 2001 e il 2008. Douglas Zipes, esperto di elettrofisiologia e
dell’influenza degli impulsi elettrici sul cuore, ha analizzato il
rapporto tra Taser e morti improvvise. I Taser, afferma, possano
provocare l’arresto cardiaco, e tirare in ballo la sindrome da delirio
eccitato in caso di decesso riconducibile a questa pistola è solo un
modo per scagionare Taser International da azioni legali.
IN
ITALIA, DA ALCUNI MESI, a Milano, Brindisi, Caserta, Catania, Padova e
Reggio Emilia la polizia e i carabinieri già stanno sperimentando la
Taser al posto del (violento, primitivo, rozzo, scomodo) manganello.
L’ipotesi
di utilizzare la Taser era stata valutata già nel 2014 quando, con
Angelino Alfano ministro dell’Interno, era stato approvato un
emendamento nell’ambito del decreto-legge sulla sicurezza negli stadi,
per avviarne la sperimentazione. Solo negli ultimi mesi, però, si è
arrivati a una soluzione condivisa con i sindacati del settore, che
ritengono che la pistola elettrica possa ridurre gli interventi corpo a
corpo.
IL FATTO DI GENOVA, A QUESTO punto, viene utilizzato per
accelerare i tempi della sperimentazione, e poter finalmente usare
questo manganello elettrico su migranti, tossicomani, persone con
disturbi psichici, e altri «dannati della terra». Finché (mi porto
avanti con le previsioni), vedrete che questo strumento potrebbe far
parte anche della dotazione di noialtri psichiatri. Perché il Taser,
pensateci, è l’arma di congiunzione tra i farmaci neurolettici
(determina neurolepsia, ovvero paralisi del sistema nervoso), dunque
contenzione chimica; le fasce per legare gli agitati, visto che
elettrificando un corpo non c’è più bisogno di legarlo, dunque
contenzione meccanica; e l’elettrochoc, dato lo stordimento e l’amnesia
se non proprio perdita di coscienza che determina, dunque contenzione
elettrica.
* Vice Portavoce del Forum Salute Mentale, promotore
della campagna «E tu slegalo subito», nonché autore de «La fabbrica
della cura mentale», «l Manicomio chimico», «La società dei devianti»,
«Basaglia e le metamorfosi della psichiatria»