Repubblica 14.6.18
Austria e Seehofer (Cdu) pro Salvini
Tedeschi divisi Merkel nel mirino dell’asse nero
di Tonia Mastrobuoni
BERLINO
Il tentativo merkeliano di un’intesa europea sull’immigrazione si sta
scontrando con una mini armata nera costituita dall’Italia, dall’Austria
e del ministro dell’Interno tedesco, costruita sull’idea di allargare i
muri ai confini, di rafforzare i respingimenti e di smistare i profughi
in Paesi terzi, secondo indiscrezioni anche in Albania.
Ed è
un’idea che sta facendo precipitare la Germania nella peggiore crisi
politica dall’insediamento del nuovo governo, tanto che qualche giornale
evocava ieri lo spettro di elezioni anticipate.
Mai come in
queste ultime 48 ore i rapporti tra Merkel e il suo ministro
dell’Interno, Horst Seehofer (Csu) sono scivolati sull’orlo della
rottura. E guarda caso, la spaccatura si è aggravata durante la due
giorni a Berlino del cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, che ha
contribuito a gettare benzina sul fuoco. Il risultato è una frattura che
si è palesata nella conferenza stampa congiunta tra Seehofer e Kurz.
Anche se dietro i focosi annunci di unità di intenti, i due hanno
glissato elegantemente su una domanda cruciale. Che nasconde una
possibile frattura tra bavaresi e austriaci.
La cancelliera ripete
da due giorni che sul tema dei migranti bisogna cercare l’unità con gli
altri partner europei. E ha sottolineato ieri che la questione
migratoria “è la cartina di tornasole per il futuro dell’Europa”.
Seehofer, invece, ha annunciato, dopo aver parlato al telefono con
Matteo Salvini e vis-a-vis con Kurz, la nascita di un’alleanza a tre,
dei ministri dell’Interno di Germania, Austria e Italia per «lavorare
insieme nell’ambito della sicurezza, della lotta al terrorismo e nel
settore cruciale dell’immigrazione». Uno schiaffo in piena faccia alla
cancelliera da parte di uno dei suoi ministri più pesanti.
Il
cancelliere austriaco ha pienamente confermato lo strappo: «Dal nostro
punto di vista, abbiamo bisogno di un asse dei volenterosi per batterci
contro l’immigrazione illegale».
E pazienza se “asse” suona un
tantino stonato, se si include l’Italia e se si governa in casa con
l’estrema destra. La cancelliera ha replicato che «oltre all’Italia»,
tra i Paesi «molto esposti alla migrazione, ci sono anche la Grecia e la
Spagna in una certa misura, e quindi ritengo che vi debbano essere più
di una cooperazione del genere».
Merkel ha ripetuto che «nessun
Paese dovrebbe esser lasciato solo» a fronteggiare i flussi migratori e
che in questo Berlino «sostiene l’Italia, che è un partner importante
per la definizione di una soluzione europea». Insomma, ha insistito
sulla convergenza a 27 e ha fatto intendere a Roma che sarebbe più
saggio allearsi con leader politici che hanno problemi simili, invece di
cercare sponde in Paesi che finora hanno aggravato l’emergenza italiana
come l’Austria o l’Ungheria.
E in effetti, ciò che le nuove
“potenze” sull’“asse” Vienna-Roma-Monaco di Baviera - in rotta con la
merkeliana fanno finta di ignorare, è che se Seehofer dovesse imporsi su
Merkel, l’armonia nell’“asse” potrebbe durare poco. In vista delle
elezioni dell’autunno prossimo in Baviera, avendo il fiato sul collo
dell’Afd, la Csu sta spingendo per la linea dura sull’immigrazione. Così
l’altroieri si è consumata una prima, grave rottura con Merkel sul
“Piano per i profughi” che il ministro dell’Interno voleva presentare
alla stampa e che conteneva un’atomica, per la cancelliera.
Seehofer
vuole introdurre possibilità di respingere i richiedenti asilo al
confine. E alla frontiera della Baviera, Kurz dovrebbe ricordarsene, e
Salvini a cascata, c’è un lungo pezzo di Austria. In conferenza stampa, i
due hanno fatto finta di nulla.
Ma in ogni caso, anche negli
equilibri interni, quella proposta è una mina. Un no-go su cui la
cancelliera si è giocata la sua carriera politica negli ultimi tre anni,
rifiutando qualsiasi ipotesi di tetto ai profughi e resistendo a
qualsiasi proposta di un rimpatrio diretto alle frontiere.