mercoledì 13 giugno 2018

Repubblica 13.6.18
Intervista a Attal (portavoce En Marche)
“Ho detto ‘linea vomitevole’ perché con le vite non si gioca”
di a.g.


PARIGI «Non ho nulla contro l’Italia, forse ho usato una parola sbagliata ma è stata una reazione a caldo, vedendo quello che stava succedendo». Gabriel Attal, 29 anni, è il portavoce del movimento La République En Marche. Ieri è stato lui a definire «vomitevole» il comportamento del governo italiano, con un termine che ha scatenato le ire di molti, a cominciare dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Al di là del termine usato, volevo esprimere il mio shock per una decisione che mette in gioco le vite di donne e uomini», spiega il deputato macroniano che parla italiano e ha vissuto due anni a Roma, lavorando a Villa Medici.
“Considero la linea del
governo italiano vomitevole”.
Rimpiange di averlo detto?
«Vorrei contestualizzare la frase che ho pronunciato durante un’intervista in diretta. Ho parlato innanzitutto pensando alle persone a bordo dell’Aquarius e sentendo che un ministro aveva gridato vittoria davanti una situazione umanitaria grave. Non penso ci siano vincitori in una situazione del genere».
Molti commentatori, anche sui giornali francesi, ricordano che l’Italia è stata lasciata sempre sola in questi anni davanti ai flussi migratori.
«Subito dopo i risultati delle elezioni italiane, sono stato tra i primi a dire che bisognava non solo rispettare la scelta del popolo, che è ovviamente sovrano, ma capirne anche le ragioni. È evidente che c’è in Italia un’esasperazione legata all’incapacità dell’Ue di rispondere ai problemi dei flussi migratori».
Perché allora la Francia, che appoggia l’idea di una solidarietà con l’Italia nelle istituzioni europee, poi chiude la frontiera con Ventimiglia?
«Ho passato una giornata alla frontiera tra Mentone e Ventimiglia e ho constatato quanto sia drammatica la situazione per entrambi i Paesi. Le autorità francesi spiegano che, se la frontiera fosse aperta, probabilmente ci sarebbero ancora più migranti che tentano la traversata per poi andare verso la Gran Bretagna. Chiudere la frontiera è anche un modo di lanciare un messaggio per evitare di aumentare gli sbarchi. Non voglio dire che sia una situazione soddisfacente. La soluzione si troverà solo a livello europeo».
Il portavoce del governo ha parlato di “cinismo” e “irresponsabilità” del governo italiano. Cosa voleva dire?
«È irresponsabile strumentalizzare politicamente il destino di una nave di migranti. Siamo in un momento di tensione forte. Il problema non si risolve in un giorno. Possiamo andare avanti per trovare una soluzione solo se resteremo uniti.
Macron ne è consapevole, ha fatto diverse proposte di riforme europee per aiutare l’Italia. La Francia è anche il Paese che fa di più nel Sahel con un dispositivo sul posto per esaminare le richieste di asilo. Sono convinto che sia questa sia una delle strade da percorrere, sempre nella massima collaborazione tra Stati membri».
Alcuni deputati di En Marche si sono smarcati, hanno espresso dissenso rispetto alla posizione del governo che non ha mai neppure ipotizzato di venire in aiuto all’Aquarius.
«Non è una novità. Abbiamo avuto un dibattito interno durante l’approvazione della nuova legge sull’immigrazione. Un gruppo di deputati aveva già espresso delle critiche allora, sono gli stessi che si sono manifestati in queste ore. Vi assicuro che sono posizioni marginali. La maggioranza dei deputati di En Marche sostiene la politica del governo nella consapevolezza che siamo di fronte a un problema epocale in cui serve umanità, ma anche senso di responsabilità».