martedì 12 giugno 2018

Repubblica 12.6.18
Chiesa e sinistra, a Brescia il Pd resiste
Del Bono: “Abbiamo vinto perché non siamo arroganti”. Salvini striglia i suoi: non avete fatto tutti il vostro dovere
di Oriana Liso


BresciaLa festa al comitato elettorale, ieri sera, è stata organizzata in tutta fretta per una vittoria che neanche le più rosee previsioni davano così netta. Emilio Del Bono è ancora sindaco di Brescia per i prossimi cinque anni. Porta a casa una vittoria al primo turno con il 53,9 dei voti, stacca la candidata del centrodestra di quasi 16 punti. Movimento 5 Stelle quasi non pervenuto, i due candidati di estrema destra che ci avevano provato con lo slogan “ Basta feccia” prendono gli zero virgola dell’irrilevanza.
Un successo, per Del Bono e per il Pd, nonostante l’avanzata dell’astensione. « Abbiamo vinto perché non siamo stati arroganti, con un centrosinistra che si è allargato al civismo, che ha tenuto assieme tante anime » , dice il sindaco. Che usa due concetti per leggere la sua vittoria: «l’affidabilità e lo stare dentro le cose, sempre, per spiegare, prendersi le responsabilità e trovare soluzioni. Se riusciamo a essere un grande partito popolare, vinciamo ». Una ricetta con qualche altro ingrediente: una presenza non troppo ingombrante del Pd nazionale — uniche eccezioni, Maurizio Martina e Graziano Delrio, spazio ai sindaci lombardi, Sala, Gori, Palazzi — , legami saldi a sinistra — Leu era in una delle liste civiche — e una robusta storia nel volontariato cattolico dello stesso, moderato, Del Bono. Tutto amalgamato in una coalizione che ha vinto, al di là delle aspettative, in terra nemica: Regione di centrodestra, la Lega che ha fatto il pieno alle politiche. Ma i bresciani non hanno prestato orecchio ai richiami alla linea dura sull’immigrazione della candidata forzista Paola Vilardi, scelta da Mariastella Gelmini, con l’avallo dei leghisti lombardi.
Ieri Matteo Salvini, in via Bellerio, ha fatto mea culpa per alcuni risultati non esaltanti, come quello di Brescia, strigliando i suoi parlamentari: «Qualcuno anche dei nostri non ha fatto il suo dovere». Perché è vero che qui la Lega ha fatto un buon risultato, marginalizzando Forza Italia, ma Del Bono ha preso voti anche nei quartieri popolari, dove si concentrano quei 37mila immigrati regolari che rappresentano oltre il 17 per cento dell’intera popolazione. « Qui c’è un grande sforzo di integrazione — racconta Enzo Torri, direttore dell’Ufficio impegno sociale della diocesi — , l’amministrazione ha sempre lavorato con la curia, il terzo settore, mettendo assieme accoglienza e fermezza, quando serve ». Un mix di buone pratiche, di pragmatismo, di lavoro sul territorio — che ha raccolto il favore anche delle grandi famiglie della buona borghesia — tanto che Del Bono ( che si schermisce: « Io segretario del Pd? Non scherziamo » ) lega a questo il risultato scarso dei 5 Stelle (5,5 per cento): « Dove non c’è terreno per l’antipolitica si fermano».
La vittoria di domenica lenisce, in parte, le ferite del 4 marzo. Con questo risultato, che un Pd dal basso profilo sa a chi attribuire: « Siamo stati degli ottimi gregari — ammette il segretario cittadino dei dem Giorgio De Martin — ma il campione è Del Bono: i bresciani hanno riconosciuto le sue capacità, e hanno premiato anche noi».