Repubblica 11.6.18
L’antifascismo senza “se” vince la “ lotta” tra gli storici
di Simonetta Fiori
E
alla fine, nella battaglia dentro la grande casa storica della
Resistenza, ha vinto Paolo Pezzino, neopresidente dell’Istituto
nazionale Ferruccio Parri e della rete dei suoi 64 associati. Con un
netto distacco dall’avversario (39 voti contro 18), si è conclusa
l’insolita competizione tra due storici egualmente apprezzati dalla
comunità degli studiosi – innovatore della storiografia resistenziale
Pezzino, autore di un fortunato manuale scolastico Alberto De Bernardi –
però divisi da una diversa concezione etico-politica dell’antifascismo.
E
forse non è un caso che la vittoria sia stata assegnata a chi ha difeso
con maggiore convinzione l’attuale spendibilità politica di questa
tradizione culturale, ritenuta da Pezzino un baluardo contro le derive
xenofobe dell’Italia contemporanea, mentre De Bernardi ha sempre
manifestato la sua allergia ai «fascismi di cartapesta inventati per
tenere in piedi il mito antifascista». E un ruolo politico più attivo
per la rete degli istituti è stato subito invocato dal neopresidente «in
un momento particolarmente delicato nella storia del nostro Paese».
L’idea è di fare del Parri «un luogo fertile di dibattito e di
elaborazione, incrociando ricerca scientifica e cultura civica». Un
luogo sempre più necessario in un Paese minacciato da derive di destra e
da improvvidi vuoti di memoria. Al di là della diversa weltanschauung,
il voto degli istituti storici della Resistenza è apparso come una
bocciatura per la gestione di De Bernardi e Marcello Flores
–vicepresidente e direttore scientifico – accusata di dirigismo e di
scelte poco condivise. Certo non le ha giovato la vicenda del museo del
fascismo a Predappio, molto sostenuto dai due studiosi ma poco discusso
all’interno degli istituti. Un malumore alimentato anche dalle aspre
critiche mosse all’Anpi, soprattutto sotto la direzione di Carlo
Smuraglia, perché un conto è rivendicare autonomia dall’Associazione dei
partigiani, un altro è eleggerla a principale bersaglio. Pezzino sarà
affiancato dalla vicepresidente Manuela Ghizzoni, ricercatrice di storia
medievale ed ex presidente della commissione Cultura alla Camera. Il
nome proposto per la direzione scientifica è quello di Filippo Focardi,
autore di libri interessanti sulla politica della memoria. Nel consiglio
di amministrazione sono stati votati alcuni responsabili di istituti
locali – Mario Renosio, Marco Borghi, Gianluca Fulvetti –, oltre a
Marilena Adamo, Stefano Pivato, Isabella Insovibile e all’apprezzata
archivista Paola Carucci. Tra gli esclusi eccellenti, Luciano Violante.
C’è chi non gli perdona l’infelice uscita sui “ragazzi di Salò” quando
il centrodestra tentava di demolire la storia del partigianato.