lunedì 11 giugno 2018

Corriere 11.6.18
La rabbia dei 5 Stelle vicini a Fico
«La Lega rischia di risucchiarci»
di Giuseppe Alberto Falci


Roma «Roberto interverrà a San Ferdinando e pronuncerà parole in netta discontinuità con quelle di Luigi e di Salvini». A sera quando ormai da ore il leader del Carroccio ha alzato il muro nei confronti della nave Aquarius («Da oggi anche l’Italia comincia a dire No al traffico di essere umani, No al business dell’immigrazione clandestina», ha affermato Salvini) la chat dei Cinque Stelle più ortodossi, ovvero dei parlamentari vicini al presidente della Camera, ribolle.
E uno dei partecipanti assicura che oggi «Fico dirà qualcosa che farà da controcanto ai muri di Salvini». Perché, insiste un grillino della prima ora, «per noi salvare vite umane è un principio inderogabile». Gli fa eco un altro: «Se continua così diventeremo una corrente della Lega».
Eppure, il ragionamento che impazza fra i ribelli suona più o meno così: «Non saremo certo noi a convincere Salvini, ma l’iniziativa deve partire dai nostri in Consiglio dei ministri». I parlamentari più vicini al presidente della Camera sono infuriati per la presa di posizione del ministro dell’Interno che «demolisce il nostro lavoro degli ultimi anni, il nostro programma costruito giorno dopo giorno».
All’arrabbiatura per Salvini si alterna poi un sentimento di delusione per l’atteggiamento di Luigi Di Maio. Il quale, intervistato a In Mezz’ora da Lucia Annunziata, ha spalleggiato il leader della Lega: «Quello dei migranti è stato finora in Italia un fenomeno incontrollato perché si è fatto del business. Vogliamo introdurre una rendicontazione puntuale dei fondi spesi, e forse scopriremo che ne servivano e ne servono di meno. E allora per qualche cooperativa fittizia e qualche associazione la pacchia è finita».
Gli ortodossi si affidano così anima e corpo a Fico. «Roberto è l’unico argine a questo esecutivo», assicura un deputato. E sarà appunto «Roberto» oggi, quando si recherà a San Ferdinando, luogo simbolo perché lì è stato ucciso il sindacalista del Mali Soumaila Sacko, a parlare con le associazioni che operano in quella tendopoli e a rivendicare il principio di solidarietà e cooperazione. Oltre che, come confidano altri, «a pronunciare parole in netta discontinuità» con la narrazione salviniana. «Se Roberto dirà qualcosa di forte avrà certamente un impatto, Luigi non può reggere a braccetto con Salvini», mormora un parlamentare che non ha mai digerito il contratto di governo gialloverde.
Dallo staff di Fico confermano che «Roberto parlerà ma non c’è la volontà di alcuno scontro politico». Semplicemente, spiegano, «si tratta di un percorso coerente con la sua storia». Tuttavia lo scontro, seppur velato, resterà agli atti.
E se si riavvolge il nastro, fa ricordare a uno dei ribelli la tenzone che si consumò nel 2010 fra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Quando all’epoca l’ex An provò a pungolare l’azione politica dell’esecutivo del Cavaliere dalla tolda di comando di Montecitorio. «Speriamo non segua la sorte di Fini», ironizza un parlamentare. E in serata il clima si accende ancora di più per il comunicato congiunto di Danilo Toninelli e Matteo Salvini che chiede a Malta di aprire i suoi porti. «Ecco, è la prova che ormai siamo stati risucchiati dai leghisti», allarga le braccia un pentastellato.