domenica 10 giugno 2018

Repubblica 10.6.18
Il corteo a Roma
Il Pride canta Bella Ciao “ Resistenza per i diritti”
La Brigata Arcobaleno: “ Siamo 500mila”. Fischi al governo dopo le parole sulle famiglie gay. Cori per l’assenza della sindaca Raggi
di Caterina Pasolini


Roma Le famiglie arcobaleno, quelle che per il neo-ministro Lorenzo Fontana non esistono, sono davvero tante. E sono venute a ricordarlo al governo gialloverde. Mamme e bambini, padri e ragazzi: sono rumorosi, allegri e colorati. Pacificamente battaglieri. «Siamo le Brigate Arcobaleno, la Liberazione continua » , gridano, cantando “ Bella Ciao” al Roma Gay Pride. « Siamo in cinquecentomila » , annunciano gli organizzatori del circolo Mario Mieli guardando il corteo di giovani e adulti, di tutti gli orientamenti, italiani e stranieri, bambini, sindacalisti e poliziotti, vigili del fuoco e persino le aziende con i loro loghi.
Un filo colorato lega la resistenza partigiana, con la staffetta Tina Costa, 93 anni, alla battaglia di oggi per i diritti. « L’articolo 3 della Costituzione dev’essere applicato per tutti, bisogna dirlo ai nuovi governanti » , avverte. E il fiume di manifestanti è una dichiarazione di resistenza quotidiana contro i razzismi, un no ai fascismi, all’intolleranza sotto tutte le declinazioni. “ Resistere resistere resistere”, da Amnesty a Greenpeace, tra Susanna Camusso della Cgil e le rappresentanze straniere, con i carri di Canada e Gran Bretagna.
Canzoni tecno e un tocco di Carrà, ritmo e la delusione, per chi ha votato M5S, di non avere in piazza la sindaca Raggi (c’è solo il vice Luca Bergamo), rea per molti di non aver ancora riconosciuto una bimba figlia di due mamme. «Virginia dove sei?», si grida, mentre qualche fischio arriva al comizio finale. Ma la maggioranza degli strali, ironici, sono per il ministro leghista della Famiglia: « L’unica Fontana che ci piace è quella di Trevi”, recita uno striscione mentre poco più in là un gruppo di “ inesistenti” famiglie arcobaleno spinge passeggini. Un altro cartello recita: “Salvini rilassati, l’Europa la cambiamo noi”, mentre Monica Cirinnà, relatrice della legge sulle unioni civili, festeggia qui con il marito il settimo anniversario di matrimonio.
E se il presidente della Regione Nicola Zingaretti dice che « oggi Roma è più bella grazie al Gay pride perché una società fondata sul valore delle differenze e sul rispetto è una società più forte e più sicura », qualche dubbio lo ha Emma Bonino: «Il clima non è propizio alle aperture verso le diversità, rimanda a realtà illiberali. Reagiamo almeno adesso».