La Stampa 8.7.18
Vienna sfida l’Italia: avanti con i passaporti per gli altoatesini
di Francesco Olivo
«Noi
andiamo avanti». La questione del passaporto agli altoatesini rimane un
progetto molto concreto per il governo austriaco. Lo confermano fonti
vicinissime al premier Sebastian Kurz, impegnato in un tour diplomatico
sempre più attivo: martedì ha visto Vladimir Putin, mercoledì la visita a
Bruxelles e la stretta di mano con Jean Claude Juncker e ieri il
congresso dei deputati del Partito Popolare europeo a Monaco di Baviera,
del quale il cancelliere austriaco fa parte.
Il piano – emerso in
dicembre – di dare la nazionalità austriaca agli abitanti di lingua
tedesca dell’Alto Adige aveva subito un rallentamento negli scorsi mesi.
Il provvedimento non era stato calendarizzato in Parlamento. Vienna
aveva deciso di procedere con l’istituzione di gruppi di lavoro misti,
ovvero comprendenti esponenti altoatesini. La ministra degli Esteri
Karin Kneissl – siamo in marzo – aveva teso la mano a Roma ribadendo che
ogni passo sarebbe stato valutato insieme alla Farnesina. Fonti
diplomatiche italiane avevano allora sottolineato come l’istituzione di
gruppi di lavoro era l’indicazione che l’Austria voleva prendere tempo e
che il passo finale era ben lungi dall’essere vicino.
E infatti
ieri ambienti vicini a Kurz facevano capire che la mancanza di una data
per la discussione in aula o nelle commissioni parlamentari è solo un
rinvio non un accantonamento: «Noi andiamo avanti, non vogliamo giocare
una partita unilaterale e cercheremo sempre il dialogo con l’Italia».
Ma
in ogni caso l’esecutivo di coalizione, popolari e ultradestra Fpö,
sponsor originari dell’iniziativa sposata da Kurz, sente di avere la
ragione dalla propria parte: «Voi avete dato il passaporto alla
minoranza italiana in Slovenia e Croazia negli Anni 90 e non ci sembra
che si sia scandalizzato nessuno». L’esecutivo si riferisce a una
modifica alla legge sulla cittadinanza che l’Italia apportò nel 2006,
che consentì agli italiani di Istria e Dalmazia di ottenere il nostro
passaporto, una misura che provocò malumori nei governi croato e
sloveno. E il leader del Fpö Heinz-Christian Strache ha rilanciato:
«L’autonomia del Sud Tirolo è giusta, perché non prevedere questa
possibilità», ha detto riferendosi alla concessione del doppio
passaporto.
A Roma oggi c’è un nuovo governo, con posizioni affini
a quello austriaco su alcuni punti, primo fra tutti l’immigrazione.
Kurz tra una conferenza e l’altra della riunione dei popolari a Monaco
rifiuta ogni legame diretto: «Non conosco nessuno di Lega e Cinque
Stelle. Ma sono pronto a confrontarmi». La Lega però i rapporti li ha
con gli alleati di Kurz, i nazionalisti dell’Fpö La Lega per ora non
prende posizione, ma a livello locale apre: «Per noi le radici storiche
sono un valore importante. Comprendiamo quindi i sudtirolesi e le loro
istanze» ha spiegato il segretario della Lega Trentino, Mirko Bisesti,
al quotidiano Die Presse.