La Stampa 5.6.18
E Salvini si schiera con Orban
“Insieme cambieremo l’Europa”
di Amedeo La Mattina
Matteo
Salvini oggi non sarà presente al vertice europeo dei ministri
dell’Interno che dovrà discutere della modifica del regolamento di
Dublino. Il responsabile del Viminale sarà impegnato al Senato per il
voto di fiducia a governo e ha incaricato l’ambasciatore italiano in
Europa, Maurizio Massari e il prefetto Gerarda Pantalone, che guida il
dipartimento Immigrazione, di esprimere la netta opposizione a una
riforma che ci penalizzerebbe.
«Ci opponiamo con forza a una norma
decisamente peggiorativa che farebbe arrivare più immigrati da
mantenere per un tempo maggiore. L’Europa continua a non farsi carico
della questione, i ricollocamenti tanto sbandierati non esistono»,
afferma il deputato della Lega Nicola Molteni, sottosegretario in
pectore all’Interno. Molteni è l’autore del capitolo sull’immigrazione
del contratto sottoscritto da Salvini e Luigi Di Maio. Obiettivo
principale è la riduzione dei flussi e la cancellazione delle clausole
che prevedono «l’approdo delle navi utilizzate per le operazioni nei
nostri porti senza alcuna responsabilità condivisa dagli altri Stati
europei». Ecco perchè «è necessario il superamento di Dublino». A
Lussemburgo il governo italiano proporrà «il ricollocamento obbligatorio
e automatico dei richiedenti asilo tra gli Stati membri».
Una
posizione quasi identica a quella che avrebbe espresso Marco Minniti se
fosse rimasto al governo: «Procedura di ridistribuzione automatica dei
richiedenti asilo nell’ambito dell’Unione europea». Salvini apprezza il
lavoro fatto da Minniti. E lo dice pubblicamente che c’è un’ottima
squadra al ministero dell’Interno: «Non smonteremo il lavoro del mio
predecessore che ha lavorato bene. Se qualcuno ha fatto qualcosa di
utile, anche se aveva una maglietta diversa, non riconoscerlo sarebbe
sciocco».
L’Italia non intende sottoscrivere le clausole per la
distribuzione previste dalla riforma del Trattato di Dublino: sono
troppo aleatorie, lasciano troppe scappatoie a quei Paesi che chiudono
le loro frontiere. Tra questi Paesi però ci sono quelli di Visegrad (a
cominciare dall’Ungheria di Orban) ai quali la Lega guarda con
interesse. Nonostante quei paesi sostengano una riforma opposta e non
certo favorevole all’Italia. In ogni caso Salvini insiste nel costruire
un asse con Budapest: «Oggi ho avuto una telefonata cordiale con il
primo ministro ungherese Viktor Orban: lavoreremo per cambiare le regole
di questa Unione europea».
Sarà difficile smontare la riforma di
Dublino, ma oggi Salvini farà la prima mossa. Vuole, tra le altre cose,
cancellare la regola che prevede la possibilità di ridistribuire solo i
richiedenti asilo di cui si abbia la certezza che non rappresentano
rischi per la sicurezza nazionale e l’ordine pubblico. Se questa norma
venisse approvata, si prolungherebbe la durata delle verifiche fatte in
Italia. C’è una ripida salita davanti al governo che si trova in queste
ore ad affrontare l’incidente diplomatico causato dal leader leghista.
La Tunisia ha convocato l’ambasciatore italiano a Tunisi per protestare
contro le parole di Salvini che ha accusato il Paese nordafricano di
esportare «galeotti». Salvini ha cercato di buttare acqua sul fuoco,
dicendo di volere incontrare il suo collega tunisino. «Qualcuno in
Tunisia si è offeso sbagliando, perché io ho detto solo che arrivano qui
anche persone non perbene». Infine in un comizio a Fiumicino ha
replicato a Balotelli: «Di politica ed immigrazione ha parlato anche
Balotelli: ognuno ha il profeta che si merita...”.