La Stampa 23.6.18
5 domande a Pervin Buldan
“Questo è diventato uno stato di polizia”
intervista di Marta Ottaviani
Pervin Buldan è l’attuale leader curda dopo che Figen Yukseldag è stata arrestata quasi due anni fa.
1 Se la sente di fare un pronostico sull’esito delle elezioni?
«I
nostri sondaggi interni ci dicono che per i curdi ci sarà
un’affermazione molto positiva, nonostante i parlamentari in carcere,
gli attacchi durante la campagna elettorale e il silenzio dei media».
2 Che clima si respira in Turchia oggi?
«Non
siamo più uno stato di diritto, questo è diventato uno stato di
polizia. Si sta votando quando è ancora in vigore lo Stato di emergenza,
la situazione nelle carceri è critica. Ormai in Turchia è diventato
difficile vivere per molti».
3 La società turca si è radicalizzata molto negli ultimi anni. Effetto Erdogan?
«La
società turca è sempre stata ampiamente conservatrice. Erdogan li ha
fatti tornare al centro della vita politica ed economica del Paese con
un potere e una forza che prima non avevano. Molto è colpa anche
dell’opposizione, è stata inefficace per troppo tempo. Per la Turchia è
venuto il momento di intraprendere una cammino verso la piena
democrazia».
4 Qual è l’obiettivo del presidente sul fronte siriano?
«Erdogan
sta usando la guerra civile per eliminare i curdi dalla regione che
occupano storicamente, dopo che questi si sono opposti all’avanzata
dello Stato Islamico. C’è una vera e propria emergenza umanitaria che
coinvolge 150mila persone e davanti alla quale il mondo si è girato
dall’altra parte.
5 Cosa vogliono i curdi?
«Vogliamo
semplicemente vivere in un Paese democratico. Il nostro è un programma
molto inclusivo. Parla a tutti quelli che sentono di essere stati
privati dei diritti più elementari. E in Turchia sono tanti».