giovedì 21 giugno 2018

La Stampa 21.6.18
Orban mette in costituzione il divieto di accogliere quelli economici
di Letizia Tortello


Se l’Europa è divisa sui migranti, e la cancelliera tedesca Merkel prepara il vertice di domenica a Berlino con sette Stati Ue, il blocco dell’Est invece è granitico. E gioca d’anticipo. I Paesi di Visegrad (Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca) si incontrano oggi a Budapest, invitati dal primo ministro conservatore Viktor Orban, per riaffermare la loro stretta sull’immigrazione, a partire dalle frontiere chiuse e dall’aperta ostilità verso il sistema di ripartizione dei migranti secondo le quote. È l’Ungheria a dettare la linea, ancora una volta. Anzi, ieri è andata più avanti di tutti gli alleati: Orban ha ottenuto quasi a maggioranza assoluta dal Parlamento l’approvazione di una modifica della Costituzione in vigore dal 2011. Secondo la nuova legge, nessun cittadino straniero può d’ora in poi insediarsi nel Paese, i migranti economici non potranno più chiedere asilo in Ungheria, dove è anche perseguibile con pene fino a un anno di carcere l’aiuto ai migranti da parte delle Ong, considerate «organizzatrici dell’immigrazione illegale».
Alla riunione di Visegrad, oggi, ospite speciale sarà il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, che si è fatto promotore di un «asse dei volenterosi» con Baviera e Italia contro l’immigrazione illegale. La presenza di Kurz si motiva con il fatto che Vienna assumerà la presidenza Ue dall’1 luglio. In verità, il cancelliere porta avanti la politica dell’Austria come «nazione-ponte» con i Paesi dell’Est, secondo lo slogan che «solo avendo buoni rapporti di vicinato è possibile un’Europa di pace e più sicura». Quello di Budapest ha comunque l’aria di un contro-vertice rispetto alla riunione di domenica, a cui parteciperanno Germania, Francia, Spagna, Grecia, Italia, Bulgaria, Malta e la stessa Austria. Kurz fa da perno tra Merkel e Orban. Pendendo, però, più a Est: d’altra parte, non ha mai smesso di lodare il premier ungherese per aver chiuso, nel 2016 e insieme a lui, la rotta balcanica dei migranti. Quando l’Europa ancora li criticava come disumani, perché volevano chiudere le frontiere.