La Stampa 19.6.18
Rom, ira di Conte: ora Salvini esagera
Il ministro annuncia “un censimento”. Il premier: questo è davvero troppo
di Ilario Lombardo
Il
ministro dell’Interno Matteo Salvini annuncia «il censimento dei rom»
con l’obiettivo di «espellere gli irregolari. Quelli italiani? Purtroppo
dobbiamo tenerli». La rabbia del premier Giuseppe Conte: «Questo è
veramente troppo, supera ogni limite». E prima di imbarcarsi per Berlino
fa arrivare al leader della Lega questo messaggio: «Devi rettificare».
Anche Luigi Di Maio prende le distanze: «La priorità sono i cittadini
che non hanno cibo». Insorge il Pd: «Ieri i rifugiati, oggi i rom,
domani le pistole per tutti».
Giuseppe Conte è
arrivato a Berlino con un’idea ben precisa, sostenuta da Luigi Di Maio:
ricalibrare l’agenda di governo sui temi cari al M5S per rispondere
all’assedio leghista sull’immigrazione, al martellamento ormai
quotidiano di Matteo Salvini.
Questa era l’intenzione. Peccato
però che mentre sta ripassando i dossier internazionali in preparazione
del vertice bilaterale con Angela Merkel, il leghista se ne esca con
un’altra delle sue proposte bellicose. Di fronte alla schedatura dei rom
però Conte è disorientato a dir poco. E questa volta non può e non
vuole far finta a nulla. «Questa è veramente troppo, supera ogni
limite», si sfoga. Poi, poco prima di salire sull’aereo che lo avrebbe
portato nella capitale tedesca, d’accordo con Luigi Di Maio, fa arrivare
a Salvini questo messaggio: «Così non reggiamo, devi rettificare».
Appena
atterrato, mentre la macchina di rappresentanza lo porta nel cortile
della cancelleria federale, Conte tira un sospiro di sollievo. Gli
leggono le agenzie in cui Salvini ha appena corretto il tiro. «Meno
male...» si lascia andare. Il segno però resta. L’ennesimo che fa
sospettare Conte che ci possa essere «una strategia per destabilizzare
il governo». Le coincidenze ora sono tante e pesano. Non c’è viaggio
internazionale di Conte (tre in dieci giorni) che non sia accompagnato
da dichiarazioni choc del leghista. Salvini gli ruba la scena,
radicalizza i piani del governo, provoca un immediato stress test con
gli alleati grillini.
In mano il premier ha il sondaggio della Swg
che ha buttato nello sconforto Di Maio, il primo in cui la Lega è sopra
al M5S, 29,2% contro 29%. In una settimana i grillini perdono due punti
e mezzo. Sono i giorni del ferro e del fuoco di Salvini, cominciati
contro l’Aquarius e conclusi con la paventata schedatura dei rom.
All’ombra di Salvini, ora Di Maio si sente meno al sicuro, terrorizzato
dal pensiero che l’alleato possa tornare al voto entro fine anno per
capitalizzare il consenso crescente. L’affondo sui rom è l’occasione per
smarcarsi. Lo fa con un’intervista all’Huffington Post: «Mi fa piacere
che abbia smentito ogni ipotesi di schedatura e censimento… Non è
costituzionale». Salvini si muove come un re in un regno che sta
strappando pezzo dopo pezzo al M5S e a un premier dai modi miti, che
deve subire le improvvisazioni mediatiche dell’alleato. E così che di
ritorno da Parigi, nel weekend era già maturata la missione di ribaltare
le priorità, e buttare al centro del dibattito in Europa la proposta di
un reddito di cittadinanza europeo, attraverso l’utilizzo di fondi ad
hoc da tirar fuori dalla prossima programmazione europea. Ieri il
premier italiano ha portato con sé in Germania il rapporto della
Coldiretti secondo il quale sarebbero 2,7 milioni gli italiani costretti
a chiedere aiuto per mangiare. «La priorità deve essere la lotta alla
povertà, ed è una sfida da affrontare a livello comunitario» spiega
Conte. Venerdì, Di Maio aveva riunito i viceministri e i sottosegretari
grillini proprio per chiedere uno sforzo in più, di fare in fretta per
segnare un punto e non lasciare tutto il campo d’azione a Salvini. «Ci
sta oscurando» è stata la sua lamentela. Una preoccupazione condivisa
con Conte: «Parliamo troppo di immigrati e poco di lavoro e delle nostre
battaglie». I timori si esplicitano ieri. Di Maio dice di non avere
«complessi» nei confronti di Salvini. E che la concorrenza interna si è
giocata a favore del leghista su un vantaggio oggettivo che ora cerca di
ridimensionare: «Bene occuparsi di immigrazione ma prima occupiamoci
dei tanti italiani che non possono mangiare».
Ecco allora
rispuntare il reddito di cittadinanza, cercando di trasferire la sfida
alle regole Ue sul tavolo economico. Confortato dal sostegno di Emmanuel
Macron che lavora a un piano di unione bancaria e rafforzamento del
bilancio comunitario, Conte parla di «condivisione dei rischi». Parole
che Merkel accoglie con prudenza e tattica benevolenza. Meglio non
alienarsi l’alleato italiano.