La Stampa 18.6.18
Maria e Mostafa, quell’esercito di irregolari
di cui l’Italia non può più fare a meno
di Karima Moual
«Ho
votato Matteo Salvini, ma certo che se da ministro dell’Interno mi
tocca Maria io davvero faccio la rivoluzione sotto al Viminale e con me
ci porto anche i tanti nella mia situazione». A pochi giorni dal
giuramento del nuovo governo 5Stelle-Lega, Tiziana, parrucchiera, 56
anni di Roma, pensa alla sua collaboratrice che ha in negozio con tanto
di divisa, parlantina veloce e un sorriso che tradisce la sua condizione
di clandestinità nel nostro Paese.
Maria è davvero brava, parla
molto bene italiano e ci sa fare con i capelli. Ha 23 anni, è nata in
Brasile. È in Italia da sei anni ma è irregolare, categoria al centro
del contratto per il governo del cambiamento: «Ad oggi - si legge nel
contratto - sarebbero circa 500mila i migranti irregolari presenti sul
nostro territorio e, pertanto, una seria ed efficace politica dei
rimpatri risulta indifferibile e prioritaria».Parole chiarissime, ma il
punto è che il profilo di Maria, seppur giuridicamente irregolare, non
corrisponde a quello preso di mira negli annunci di chi è riuscito a
raddoppiare l’elettorato con il «tutti a casa» e «prima gli italiani».
Le due facce dell’illegalità
Degrado,
criminalità e parassitismo, sono alcune chiavi di lettura
dell’identikit portato avanti contro la categoria degli «immigrati
irregolari». Ma davvero i presunti 500mila irregolari (secondo le stime)
sono la fotografia della paura e del degrado, veicolati soprattutto in
questi ultimi anni da alcune forze politiche? Leggendo alcuni dati
economici, ma anche incontrando storie come quella di Maria,
rappresentativa solo di un piccolo pezzo di quel puzzle fatto di
migliaia di presenze in Italia - fantasmi solo giuridicamente parlando,
ma che sono in realtà persone in carne e ossa, presenti nelle nostre
strade, attività, case, e soprattutto nella nostra economia «non
sommersa» - sembra essere proprio il contrario.
Le conseguenze
I
cosiddetti 500mila migranti irregolari sono da una parte persone
arrivate illegalmente nel nostro Paese per migliorare le proprie
condizioni di vita, ma dall’altra anche migranti che da regolari, con la
crisi economica, non sono riusciti a rinnovare il proprio permesso di
soggiorno. Le conseguenze? Nelle loro condizioni, il lavoro regolare ha
lasciato il posto a quello in nero e una volta entrati in questo limbo
non c’è nessuna possibilità per potersi regolarizzare.
Il cortocircuito
Ecco
perché questo esercito di migranti irregolari è anche il simbolo di un
fallimento nella promozione di una migrazione economica legale. Sono un
numero che accoglie tante storie, di badanti, donne di servizio, ma
anche quelle dei braccianti e lavoratori dei cantieri, che raccattano
una paga misera senza diritti, producendo una ricchezza nel mercato
nero. La fondazione Leone Moressa neanche due anni fa aveva fotografato
in una ricerca questo tesoro sommerso, valutato 12,7 miliardi di euro,
che avrebbe fatto solo bene alle casse dello Stato se si fosse attivato
un progetto di legalizzazione. Maria, e la sua titolare italiana
rappresenta un corto circuito di questo sistema. Altro che degrado,
parassitismo e paura. É un bacino di illegalità veicolato da una miopia
politica, che non guarda ai cambiamenti e alle esigenze sociali perché
l’esercito dei 500mila fantasmi non può essere rappresentato solo in
chiave di criminalità: si tratta di persone che condividono il loro
destino con famiglie e imprese italiane in attesa di uscire allo
scoperto senza gravi conseguenze. «Io vorrei regolarizzarla - dichiara
Tiziana - ma non c’è altro modo se non rispedirla al Paese di origine,
con il rischio di non poterla più riavere in Italia. È ovvio che mai lo
faremo».
Ma allora perché ha votato Salvini? Silenzio, poi la
risposta: «Ha promesso di fare ordine». Anche e soprattutto con gli
immigrati irregolari, preciso: «Si, ma sa quante volte ho messo il
cartello fuori dal negozio alla ricerca di collaboratrici italiane?
candidate zero». Certo, Tiziana difende la sua Maria, ma quanti italiani
sostenitori di Salvini, con una Maria a fianco o un Mostafa, sono
disposti a girare le spalle?