lunedì 11 giugno 2018

La Stampa 11.6.18
Jane Fonda a 80 anni
“Non tornerei mai indietro nel tempo. Uomini? Basta, direi di aver finito”
di Lorenzo Soria


In un’altra epoca - non molto tempo fa - arrivare a 80 anni era un traguardo non da poco. Arrivarci pure in piena forma fisica e mentale, continuando a essere attivi e a lavorare, facendo nuove amicizie e parlando pure dei propri desideri sessuali fantascienza pura.
Oggi incontri Jane Fonda, e tutte le certezze su età e invecchiamento di colpo crollano. Un’apparizione. Quel portamento. La pelle risplende, gli occhi sono pieni di luce e appena segnati da qualche ruga. Jane si permette ancora modeste scollature, come nella serata degli Oscar. Guai a parlarle di nostalgie e di rimpianti, lei guarda solo avanti. 80 anni? Non gliene daresti più di 54.
Sul finire del secolo scorso, per un periodo di 15 anni in corrispondenza del matrimonio con Ted Turner (marito numero 3) Jane Fonda aveva annunciato l’addio al cinema. Ma dopo avere fatto Youth diretta da Paolo Sorrentino, ora lavora senza fermarsi mai. Di questi tempi è una delle protagoniste di Book Club, in uscita in Italia il 31 ottobre, storia di quattro donne di una certa età (le altre sono Diane Keaton, Candice Bergen e Mary Steenburgen) che dopo aver letto insieme Cinquanta sfumature di grigio scoprono di avere ancora fantasie erotiche. Con l’amica Lily Tomlin, Fonda è poi alla quinta stagione della serie tv Grace and Frankie, storia di due donne che diventano amiche dopo avere scoperto che i loro mariti si sono innamorati l’uno dell’altro. «È tutto molto strano, lavoro più adesso di quando ero giovane!», è il suo commento.
Hbo ha prodotto un documentario sulla sua storia: una vita intensa, molto vissuta e per nulla convenzionale. È figlia di Henry Fonda, una leggenda del cinema ma anche un padre freddo e distaccato. La mamma si tolse la vita quando lei aveva 12 anni. Ai 20 si rifugiò in Francia, dove Roger Vadim, suo primo marito, la diresse in Barbarella facendo di lei un esplosivo sex-symbol.
Quindi il ritorno in America, e la serie di film entrati nella storia del cinema come Una squillo per l’ispettore Klute (1971), Giulia (1977), Tornando a casa (1978), Sindrome cinese (1979) e Sul lago dorato (1981). Tutto ciò segue la fase della Jane rivoluzionaria che va a Hanoi e si fa fotografare su un cannone nord-vietnamita, e precede la Jane pioniera della ginnastica aerobica. Fonda non ha mai seguito le regole né le mode, quando era giovane e da donna di mezza età. E non ha intenzione di mettersi a farlo adesso che ha 80 anni.
Jane, partiamo da «Book Club», un film che rispecchia la nuova realtà sociale di molte ottantenni di oggi, che hanno una vita simile a quella delle cinquantenni di qualche tempo fa.
«Personalmente non vorrei tornare indietro nel tempo per nessuna ragione, tanto meno ai 50 anni. Mi sentivo esaurita creativamente. Solo dopo i 60 ho iniziato a capire me stessa e a sentirmi di nuovo giovane. Perché l’invecchiamento non è una questione di anni ma di spirito. Lo vedo nel lavoro: ho ritrovato la gioia di vivere e la mia carriera ha ripreso il volo. Oggi restiamo attivi e sani più a lungo perché sappiamo meglio come arrivare alla cosiddetta terza età. Siamo fisicamente più attivi, forse stiamo mangiando un po’ più attentamente. Ma mentre queste parole escono dalla mia bocca sono anche molto consapevole di tutti quelli che non hanno questo privilegio: i poveri, molta gente di colore in America, le classi meno abbienti, le vittime degli oppiacei... Molti in realtà non hanno questa esperienza, ma resta comunque importante mostrare persone anziane vibranti e con amicizie molto profonde. Le amicizie sono fondamentali perché non c’è niente di peggio della solitudine».
In «Book Club» vediamo persone in età avanzata che parlano di sesso e lo praticano.
«Le donne anziane sono il segmento di popolazione in più rapida crescita e il cinema e la televisione stanno iniziando a capire che questo è un mercato importante. All’interno del quale sì, ci sono anche donne anziane che fanno sesso. Ho scritto libri sull’invecchiamento e ho intervistato persone che praticano il sesso ben oltre i novant’anni, un paio di loro oltre i 100 anni. Quando sei più vecchio il sesso è diverso, in particolare se anche l’uomo è vecchio. Devi conoscere il corpo tuo e suo, capire come cambia, che cosa devi fare in modo diverso. Perdi qualcosa, per esempio la spontaneità, non è facile saltare nel letto e metterti a farlo. Devi pianificare. Ma tutto questo può anche essere molto sexy. Quindi il sesso quando sei più vecchio non solo esiste ma può essere meglio di prima, specie per noi donne perché conosciamo meglio il nostro corpo e non abbiamo paura di chiedere ciò che vogliamo».
Ha una relazione in questo momento?
«No, da un anno no. Penso di aver finito. Ho 80 anni!».
Jane, il segreto della sua fenomenale bellezza?
«Ho avuto buoni geni. E ho anche chiesto aiuto alla chirurgia plastica. Non lo nego, l’importante è non strafare. Credo di assomigliare ancora a me stessa! Ho anche le ginocchia nuove, sono mezza bionica. Ma gli aspetti più importanti sono sempre l’atteggiamento e l’energia. Restare curiosi, con molti interessi, continuare a imparare e fare nuove amicizie, preferibilmente con persone più giovani. Apprendi dai tuoi amici, è per questo che amo la serie Grace e Frankie. Cosa ne sarebbe stato di Grace se non avesse avuto Frankie nella sua vita? Io e Lily siamo entrambe davvero fortunate ad avere questa esperienza di lavoro».
Jane, con l’aerobica ha aperto alle donne le porte delle palestre.
«Quando ero giovane le donne non dovevano sudare mai e non dovevano avere muscoli. Non c’erano palestre per noi. Ho aiutato a cambiare questa cultura e ne sono molto orgogliosa. È importante restare attivi e sì, mi esercito ancora ma mi muovo piano. E se ho soltanto un paio di decenni davanti a me, voglio essere sicura di continuare a camminare eretta. Lo so, suona un po’ stupido dirlo, ma è vero: la postura è fondamentale».
Un’ultima domanda: come vede la morte?
«Che posso dire? È parte della vita, la morte e l’invecchiamento sono ciò che dà un senso alla vita. Se non morissimo, la vita non avrebbe senso o significato. È come il rumore, che non avrebbe significato senza il silenzio. Come la luce, che non avrebbe significato senza il buio. Quando parliamo di invecchiamento, in realtà diciamo che a un certo punto arriviamo alla fine della vita e moriamo. E credo che sia importante essere molto, molto consapevoli di questo e rifletterci sopra e prepararsi. Perché nessuno vuole arrivare alla fine con un sacco di rimpianti. Vuoi amore, vuoi serenità. E quindi devi pensarci bene: come voglio essere alla fine della mia vita? E poi devi lavorarci sopra».