martedì 5 giugno 2018

Il Sole 3.5.18
Mattarella: «Paese coeso e affidabile»
Conte alla parata: tenete duro, ora passiamo ai fatti - Salvini distensivo: sentirò ministri Ue, no a litigi
di Emilia Patta


Roma «I valori di libertà, giustizia, uguaglianza fra gli uomini e rispetto dei diritti sono il fondamento della nostra società e i pilastri su cui poggia la costruzione dell’Europa. Dalla condivisione di essi nasce il contributo che il nostro Paese offre alla convivenza pacifica tra i popoli ed allo sviluppo della comunità internazionale». Così il presidente della Repubblica nel messaggio per il 2 giugno al Capo di Stato Maggiore della Difesa Claudio Graziano. Sergio Mattarella parla con fiducia di un «Paese coeso e affidabile, capace di assumere responsabilità nella comunità internazionale». E il tono generale della giornata sembra in effetti voler archiviare, almeno per un giorno, le polemiche e le asprezze che hanno accompagnato la formazione del governo giallo-verde guidato da Giuseppe Conte.
«È la festa di noi tutti, tanti auguri a tutti», sono le parole del neo premier nel giorno delle celebrazioni per la Festa della Repubblica all’altare della Patria prima e al Quirinale dopo, dove Mattarella ha la grande soddisfazione di ascoltare 12.500 persone cantare l’Inno e gridare “viva la Costituzione” durante il suo passaggio nei giardini. «Tenete duro, ora passiamo ai fatti», risponde poi Conte alle persone che lo salutano e lo incoraggiano tra la folla. Ma è soprattutto Matteo Salvini, che ha appena giurato da vicepremier e da ministro degli Interni, a voler mandare un messaggio rassicurante, sia pure a modo suo: «Cosa dico a chi ha paura di questo governo? Siamo eleganti, sorridenti, democratici. Nelle prossime ore sentirò i ministri degli Interni di diversi paesi europei con cui collaborare e non litigare. Ci sta che chi era al governo e ora si farà un po’ di sana e robusta opposizione non sia contento...». Con Salvini nella tribuna d’onore durante la cerimonia in piazza Venezia c’è anche il leader pentastellato Luigi Di Maio, vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo, i presidenti delle Camere e molti nei ministri. È la prima “sfilata” istituzionale per il nuovo governo, che martedì si appresta ad ottenere la fiducia delle Camere. Dopodiché Conte partirà per il suo primo importante impegno internazionale, il G7 in Canada dell’8 e 9 giugno (ieri il neo premier ha avuto colloqui telefonici con Angela Merkel ed Emmanuel Macron).
Contro il governo, assieme al Pd e alla sinistra di Leu, si conferma Forza Italia. «Noi non possiamo che votare no alla fiducia a questo governo», ribadisce Silvio Berlusconi in un videomessaggio girato ieri in occasione della festa della Repubblica. Particolarmente dure le parole usate dal Cavaliere: «Oggi l’alternativa che abbiamo davanti è o noi o loro. Per questo gli italiani per bene e di buona volontà devono scendere in campo. Venite con noi per aiutarci a costruire il nostro comune futuro. Insieme prevarremo e con noi prevarrà l’Italia migliore». Tra le preoccupazioni di Berlusconi di queste ore, oltre al destino della coalizione di centrodestra al momento in ordine sparso (Fratelli d’Italia ha scelto un’astensione benevola nei confronti del nuovo governo), anche la partita in corso tra M5s e Lega per la delega alle Telecomunicazioni. Con Di Maio che sembra intenzionato a tenere per sé la delega, ipotesi sicuramente non gradita a Berlusconi, anche se inizialmente l’accordo prevedeva che le Tlc fossero gestite dalla Lega (si era fatto il nome di Armando Siri).