il manifesto 8.7.18
Un divieto per ogni cosa. I ddl della maggioranza
Parlamento. Stop ai medicanti e carcere per chi ricorre all’estero alla maternità surrogata
di Carlo Lania
Dal
divieto di chiedere l’elemosina in maniera «molesta» a quello di
indossare il burqa o il niqab. Passando, e non è certo un particolare da
poco, a prevedere il carcere per le coppie che si recano all’estero per
ricorrere alla gestazione per altri e alla castrazione chimica per gli
stupratori. Per non parlare, infine, della richiesta di istituire una
commissione parlamentare che indaghi sulle presunte responsabilità del
governo Monti (2012) nella vicenda dei due fucilieri della Marina
Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.
A leggere solo alcuni
degli oltre mille disegni di legge depositati da marzo a oggi alla
Camera e al Senato, più che all’avvio di una legislatura sembra di
assistere all’inizio di una resa dei conti da parte di chi, dopo aver
passato qualche anno all’opposizione, una volta al governo in nome della
«sicurezza» vorrebbe intervenire su tutto.
Tralasciando la
dozzina di disegni di legge che si propongono di allargare la
definizione di legittima difesa, ecco una piccola lista dei più
significativi.
STOP A MENDICANTI E AMBULANTI Essere poveri non può
essere una colpa riconoscono i leghisti, che ricordano però come una
sentenza della Consulta abbia stabilito come il reato di accattonaggio
«sia compatibile con la Carta costituzionale se chi mendica lo fa
simulando infermità, arrecando disturbo o in modo invasivo». Da qui la
proposta – primo firmatario Molteni – di introdurre il reato di
accattonaggio molesto, un crimine capace di provocare «l’insicurezza dei
cittadini e quindi un problema di ordine pubblico». Per i trasgressori,
così come per i venditori ambulanti, è previsto quindi l’arresto da tre
a sei mesi e un’ammenda da 3.000 euro, destinati a salire fino a un
anno di carcere e a 10.000 euro di multa se il fatto «provoca disagio
alle persone o intralcio alla circolazione, sia delle macchine che dei
pedoni».
MATERNITA’ SURROGATA La legge 40 sulla procreazione
assistita prevede già una pena da tre mesi a due anni e una sanzione da
600 mila e un milione di euro per chi «realizza, organizza o pubblicizza
la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di
maternità» nel territorio nazionale. Il ddl presentato da Fratelli
d’Italia punta ad estendere le stesse pene anche a quelle copie italiane
che non potendo avere figli «si avvalgono della tecnica della
surrogazione di maternità in un Paese estere in cui la stessa è
consentita».
CASTRAZIONE CHIMICA Un solo articolo (primo
firmatario il leghista Molteni) che prevede l’introduzione del
«trattamento farmacologico di blocco androgenico totale per coloro che
commettono reati sessuali, in particolare a danno di minori»,
considerato una misura «allo stesso tempo deterrente, preventiva e
risolutiva». A disporre il trattamento è il giudice che – «previa
valutazione della pericolosità sociale e della personalità del reo»,
indica il metodo da utilizzare e la struttura sanitaria pubblica nella
quale eseguirlo. Il trattamento è obbligatorio in caso di recidiva e nel
caso le vittime siano dei minori.
NO A BURQA E NIQAB Anche in
questo caso la proposta arriva dal Carroccio e mira a introdurre
nell’ordinamento giuridico «un divieto esplicito a indossare in luogo
pubblico o aperto al pubblico indumenti atti a celare il volto, non
soltanto per motivi di ordine pubblico e sicurezza ma anche, come nel
caso di burqa e del niqab, in quanto considerati atteggiamenti
inconciliabili con i principi fondamentali della Costituzione, primo fra
tutti il rispetto della dignità della donna». Coprirsi il volto, anche
per motivi religiosi, potrebbe quindi comportare da un’ammenda da 1.000 a
2.000 a alla reclusione – nel caso di chi obbliga una donna a indossare
i due indumenti – da uno a a due anni e una multa da 10 mila a 30 mila
euro. la pena aumenta della metà se il fatto è commesso «a danno di un
minore o una persona disabile».