Il Fatto 8.7.18
Lettera a Conte sulla Costituzione
Da
chiarire - Crede che il suo accenno a scuole e atenei “in grado di
formare eccellenze assolute” sia sufficiente? Il governo continuerà con i
tagli all’istruzione pubblica e finanziamenti a quella privata?
di Salvatore Settis
Signor
presidente del Consiglio: ho letto con attenzione il Suo discorso al
Senato e mi permetto di sottoporLe qualche domanda. Due aspetti del Suo
testo mi hanno colpito: le fonti d’ispirazione e la gerarchia delle
priorità.
Sulle fonti d’ispirazione: Lei ha citato cinque volte
(tutte appropriate) la Costituzione, nove volte (tutte superflue) il
cosiddetto “contratto di governo”, un accordo privato fra leader di
partito che la Costituzione non prevede. È ben vero che Lei si dichiara
“consapevole delle prerogative che l’art. 95 della Costituzione assegna
al presidente del Consiglio dei ministri”, ma due righe più sotto
interpreta queste prerogative nel senso di “rendersi garante
dell’attuazione del Contratto per il governo del cambiamento”. “Garante”
è certo molto di più della qualifica di “esecutore” che Le è stata da
altri affibbiata; ma Lei è proprio sicuro che “garante del contratto”
corrisponda ai doveri costituzionali prescritti dall’art. 95, secondo
cui il presidente del Consiglio “dirige la politica generale del governo
e ne è responsabile”? Di tale “contratto” Lei, così ha scritto, ha
“condiviso i contenuti – pur in via discreta – sin dalla sua
elaborazione”. Non ritiene opportuno spiegare ai cittadini che cosa vuol
dire “condividere in via discreta”, rispetto ai Suoi doveri
costituzionali? E di precisare quando e dove e in che termini, nel Suo
discorso, si esplicita la Sua promessa di “anticipare in quale direzione
si esplicherà il Suo personale contributo”?
Vengo al secondo
aspetto. Forse perché segue la falsariga del cosiddetto “contratto”, il
Suo discorso è organizzato per punti, offrendo una sorta di mappatura
tematica dei problemi da affrontare, ma non una chiara gerarchia di
priorità, ad esempio indicando il rapporto fra misure di riduzione della
spesa pubblica (o di maggiore introito fiscale) da un lato, e di
incremento della spesa dall’altro. Secondo molte analisi della
situazione italiana, il consenso popolare ai partiti che sostengono il
Suo governo è largamente dovuto all’insoddisfazione generalizzata per le
politiche di austerità e di taglio della spesa sociale imposte dai
governi precedenti in nome dell’Europa. Il Suo discorso contiene in
merito affermazioni condivisibili, in particolare sul possibile ruolo
dell’Italia nel re-indirizzare le politiche europee secondo principi di
equità e di giustizia. Non crede che questo punto avrebbe dovuto essere
articolato in modo meno generico, e posto alla base del Suo intero
progetto di governo indicandolo come assoluta priorità dalla quale tutte
le altre politiche dovrebbero discendere?
Tornando alla
Costituzione: pur richiamandone in generale i principi altre due volte,
Lei ne cita poi solo l’art. 95 che riguarda la figura del presidente del
Consiglio, l’art. 1 (la Repubblica fondata sul lavoro), e poi (due
volte) l’art. 3 comma 2, che riguarda l’effettiva partecipazione di
tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del
Paese. Citazioni tutte lodevoli. Ma poiché Lei assegna al Suo governo
“l’obiettivo di dare concreta attuazione ai valori fondanti della
Costituzione” non crede che fra questi avrebbe potuto richiamare anche
l’art. 9 (promozione della cultura e della ricerca, tutela del paesaggio
e del patrimonio storico e artistico della Nazione)? Crede che il Suo
vago accenno alle “nostre scuole e università in grado di formare
eccellenze assolute” basti per delineare una politica della scuola,
dell’università, della ricerca in linea con gli articoli 9, 21, 33 e 34
della Costituzione? Il Suo governo intende proseguire nella politica di
tagli alla scuola pubblica e finanziamenti alla scuola privata, che
secondo l’art. 33 (comma 3) dovrebbe essere “senza oneri per lo Stato”?
Che posizione ha il Suo governo rispetto al drammatico de-finanziamento
delle nostre università ed enti di ricerca, che mette l’Italia in coda
all’Europa? E’ proprio sicuro che fine della ricerca sia, come nel Suo
discorso, “mantenere in Italia le filiere produttive”, o non valeva
forse la pena di ricordare il ruolo della ricerca fondamentale? E come
si interpreta l’assenza, nel Suo discorso, di ogni accenno al precariato
e al sottoimpiego nelle università, un settore che Lei certo conosce
personalmente assai bene?
Ci sono nel Suo discorso, Signor
presidente, passaggi condivisibili, come quello sulla sanità pubblica,
che sembrano presupporre i relativi articoli della Costituzione (nella
fattispecie, l’art. 32). Ma allora come mai vi manca non solo la
citazione dell’art. 9 Cost., ma ogni pur minimo accenno alla cultura e
alla tutela del patrimonio artistico e paesaggistico del nostro Paese? E
come Lei intende mettere insieme in modo coerente e conforme a
Costituzione le positive affermazioni del Suo discorso relative alla
tutela dell’ambiente con la dichiarata intenzione di “ridare slancio
agli appalti pubblici”, che negli ultimi decenni sono stati fra le
maggiori cause del degrado ambientale e idrogeologico del territorio?
In
un importante passaggio al principio del Suo discorso Lei nota che “il
ruolo e l’autorevolezza di governo e Parlamento non possono basarsi
esclusivamente sugli altissimi compiti che a essi assegna la nostra
Carta fondamentale”. Certo. Ma, si è tentati di commentare, tali
altissimi compiti non possono e non devono nemmeno essere selezionati o
(in taluni casi) messi a tacere sulla base di un documento
extra-costituzionale come il “contratto” a cui Lei così spesso ha voluto
far riferimento. Non è dai discorsi, ma dai fatti che il Suo governo
dovrà essere giudicato dai cittadini. E tutti sappiamo che, nonostante
tre mesi di tortuosi negoziati, le mosse decisive per il varo del Suo
governo (compreso forse il Suo discorso) sono state compiute all’insegna
dell’urgenza e della fretta “che l’onestate ad ogni atto dismaga”
(Dante, Purgatorio, III, 11). Se, come è da sperare, le apparenti
dimenticanze, incertezze e incongruenze del Suo programma di governo non
sono intenzionali, il momento di correggere il tiro è questo.