il manifesto 6.6.18
Liliana Segre: mi opporrò alle leggi contro i rom
In aula. Duro intervento della senatrice che ha risposto all'appello del professor Alberto Melloni,su Repubblica
di Liliana Segre
«Mi
rifiuto di pensare che la nostra civiltà democratica sia sporcata da
leggi speciali, se dovesse accadere mi opporrò con tutte le forze che mi
restano». Ha preso per la prima volta la parola in aula al senato,
Liliana Segre. E lo ha fatto per difendere i rom e i sinti. Rispondendo
all’appello rivoltole dal professor Alberto Melloni, esperto di storia
del cristianesimo, sulle pagine di Repubblica la senatrice a vita ha
ricordato la sua esperienza ad Auschwitz. «Inizialmente suscitavano la
nostra invidia di prigioniere perché nelle loro baracche le loro
famiglie erano lasciate unite, ma presto all’invidia seguì l’orrore
perché una notte furono portati tutti al gas e il giorno dopo in quelle
baracche vuote regnava un silenzio spettrale».
Il riferimento era
naturalmente alle parole del neo ministro dell’Interno Matteo Salvini
che parla continuamente di ruspe per abbattere i campi rom. Lo stesso
Salvini ha cercato di assicurarla rispondendo alle domande dei cronisti
durante il voto di fiducia: le sue paure «sono infondate. Mi basterebbe
solo il rispetto delle leggi normali e faremo di tutto per ottenere
questo, ad esempio nel divieto di sfruttamento dei minori», ha detto
Salvini. «A questo dedicherò particolare attenzione e penso che su
questo sia d’accordo anche la senatrice Segre».
L’intervento di
Liliana Segre – che poi ha deciso di astenersi nel voto di fiducia – è
iniziato con un ringraziamento al presidente Mattarella che l’ha
nominata «con una scelta sorprendente».
Poi la sua autodefinizione
– «Una vecchia signora, una delle pochissime ancora viventi che porta
sul braccio il numero di Auschwitz» – ha provocato l’applauso tutti in
piedi dei senatori e dei banchi del governo.
«Si dovrebbe dare la
parola a quei tanti che non sono tornati dai campi – ha continuato
l’87enne milanese -, quelli che non hanno tomba, che sono cenere nel
vento: salvarli dall’oblio non è solo un debito storico nei loro
confronti ma serve ad aiutare gli italiani a reagire contro
l’indifferenza a non anestetizzare le coscienze e ad essere più vigili
nelle responsabilità verso gli altri».
Nella sua replica anche il
presidente del consiglio Giuseppe Conte ha voluto menzionarla: «La
senatrice Segre ci ha fatto un grande regalo, ci ha restituito una
pagina dolorosa della nostra storia. Non dobbiamo mai consentire
l’oblio».