il manifesto 29.6.18
Tsipras al Ft: «Disposti all’accordo con Berlino»
Grecia.
A Tsipras va dato il merito di aver tenuto duro, tanto più dopo essersi
ritrovato isolato dal resto delle socialdemocrazie europee nel momento
di maggior tensione, ma il recente «accordo» con l’Eurogruppo sarà
pesato alle prossime elezioni, quando verranno al pettine anche i nodi
creati dall’accetazione, in definitiva, di quei diktat per rifiutare i
quali era stato anche indetto un referendum
di Simone Pieranni
In
attesa del 20 agosto, quando si suppone che la Grecia potrà cominciare a
uscire dalla morsa dei creditori, Tsipras è stato a Londra:
un’occasione per chiedere investimenti e per un’intervista al Financial
Times sul tema dell’accoglienza e dei migranti.
IL PREMIER GRECO ha
diffuso ottimismo, ben consapevole che in realtà le problematiche
economiche del paese sono ancora tante, così come i danni causati dalla
«cura troika». Per quanto riguarda l’intervista al prestigioso
quotidiano londinese, il premier greco ha specificato che «Atene è
pronta a firmare un accordo con la Germania per rendere più facile per
le autorità di Berlino l’invio dei richiedenti asilo in altri paesi
europei, compreso quello ellenico». Il leader di Syriza si è poi detto
disponibile a un accordo speciale con Berlino per ridurre il cosiddetto
«movimento secondario» dei rifugiati che arrivano al confine meridionale
dell’Ue ma poi si dirigono a nord Europa e quindi anche in Germania.
TSIPRAS
HA AGGIUNTO che il sistema di Dublino valido per la ripartizione delle
quote dei richiedenti asilo, è «fuori dalla vita: dobbiamo trovare un
modo, nel quadro del diritto internazionale, per condividere l’onere e
non avere questa posizione ingiusta per i paesi in prima linea, ma anche
per la Germania. Perché non è giusto che tutte queste persone vadano in
Germania, se crediamo che questo sia un problema europeo». Prima
dell’intervista al Financial Times, a Londra Tispras aveva invitato 120
rappresentanti di imprese e possibili investitori britannici a sfruttare
l’impulso «positivo» dell’economia greca per sostenere la ripresa del
paese. Tsipras ha poi voluto chiarire che il recente accordo sul debito
dell’Eurogruppo segnerebbe la fine dei programmi di austerità e
aprirebbe un «chiaro corridoio» per il futuro: «Si sta ripristinando la
credibilità del paese gettando le basi per un ritorno stabile e
sostenibile ai mercati» ha spiegato Tsipras.
UN OTTIMISMO non
condiviso proprio da tutti: a Tsipras va dato il merito di aver tenuto
duro, tanto più dopo essersi ritrovato isolato dal resto delle
socialdemocrazie europee nel momento di maggior tensione, ma il recente
«accordo» con l’Eurogruppo sarà pesato alle prossime elezioni, quando
verranno al pettine anche i nodi creati dall’accetazione, in definitiva,
di quei diktat per rifiutare i quali era stato anche indetto un
referendum.
Non è semplice giudicare l’operato di Tsipras, stretto
tra la necessità di tenere il timone di un paese per non regalarlo
all’estrema destra – una estrema destra pericolosa come Alba Dorata – e
l’obbligo imposto di colpire ancora chi la crisi l’aveva già pagata più
di tutti (i più deboli, i pensionati). Tsipras, in ogni caso, da solo, è
rimasto in sella e ora intravede una via di uscita per quanto
falcidiata dal debito (al 180% del Pil) e la clamorosa espansione
finanziaria ed economica della Cina sul proprio territorio.