martedì 26 giugno 2018

Il manifesto 26.6.18
A Terni piovono pietre sulla sinistra scomparsa
Amministrative 2018. Vittoria clamorosa della Lega con Leonardo Latini in tutti i quartieri e ceti sociali. La città umbra come Youngstown in Ohio. Per il centrosinistra addio a Spoleto e Umbertide
di Marco Venanzi


TERNI A Terni la sfida del ballottaggio si è conclusa con la vittoria netta (63,42% dei votanti) del leghista Leonardo Latini sostenuto, oltre che dal suo partito, da tutto il Centrodestra. Thomas De Luca e il M5s (che si è fermato al 36,58%) escono sconfitti dopo quattro anni di dura opposizione alla giunta di sinistra di Leopoldo Di Girolamo, rappresentando pienamente a livello locale l’andamento nazionale che ha visto la Lega divorare non soltanto i compagni di viaggio del Centrodestra ma anche il movimento grillino.
GLI SCIENZIATI della politica umbri si arrovelleranno a lungo sui dati dell’affluenza, sulle preferenze, sui voti dei partiti e dei singoli: a caldo possiamo dire che il Centrodestra e la Lega hanno conseguito una vittoria netta e diffusa in tutti i quartieri e in tutti gruppi sociali cittadini. La Lega nazionale ha dilagato tra i ceti popolari candidando volti vecchi e nuovi. Da questo punto di vista l’aspetto che colpisce è il consigliere più votato tra tutti i candidati (sia di destra sia di sinistra): Emanuele Fiorini (1.018 preferenze), un quarantenne ex operaio delle Acciaierie dell’Ast eletto tra le file della Lega. Possiamo dire che a Terni – che resta nonostante la crisi e la deindustrializzazione un polo industriale di livello europeo e una città a forte caratterizzazione operaia – un appartenente ai mondi operai, un lavoratore è ancora una volta presente in Consiglio comunale.
L’OSSIMORO È che sia stata la Lega, e non il Pd o un’altra forza di sinistra, a eleggere un lavoratore. È evidente che non essere più riusciti a parlare ai ceti popolari ternani ha portato al disastro della sinistra. La Lega ha intercettato le aspettative di cittadini prostrati dalla crisi, precarizzati dal Jobs act, disoccupati per la chiusura delle imprese che hanno delocalizzato o fallito, impauriti da un mondo che sembra ormai incomprensibile. I leghisti hanno interpretato in chiave nazionale parole che un tempo erano della sinistra e si sono proposti come difensori del popolo sia sui social network sia in modi più tradizionali (incontri con i cittadini promossi in ogni angolo della città ai quali ha partecipato sempre molta gente).
COLPISCE il sostanziale silenzio del Pd ternano e umbro: tranne qualche coraggioso dirigente locale non ci sono stati in questi giorni commenti significativi su quanto sta avvenendo a livello locale e nazionale. Anche il resto della sinistra non è riuscita a esprimere valutazioni mentre il mondo liberale è stato cannibalizzato dalla Lega e silenziato. Gli unici sul piede di guerra sono i cattolici democratici, i preti e il mondo legato alla Caritas che, pur attaccando Salvini sui temi dell’immigrazione, del razzismo e della visione culturale generale della società, storicamente a Terni sono una minoranza e non riescono a incidere sulla vita politica.
IL MOVIMENTO sindacale è spaccato con la Cisl, da un lato, che giudicherà l’amministrazione dai fatti e la Cgil, dall’altro lato, che sta combattendo una battaglia politica culturale a difesa degli ultimi, dei diritti e della Costituzione. L’impressione è che da parte della sinistra non ci sia più capacità di reazione. Oltre a Terni il centrosinistra ha perso anche Spoleto e Umbertide ed è all’opposizione ormai da anni a Perugia: l’Umbria rossa non esiste più.
TERNI ASSOMIGLIA a Youngstown, la città statunitense in Ohio, una delle grandi protagoniste della rivoluzione industriale mondiale e luogo simbolo dello sviluppo economico americano che insieme a Cleveland, Detroit, Flint, e Buffalo costituiscono oggi la Rust Belt da decenni in crisi economica, sociale e demografica. Negli anni Ottanta del Novecento a Youngstown la deindustrializzazione è stata repentina. La Rust Belt, del resto, un tempo il cuore pulsante del movimento operaio, progressista e democratico americano, è ormai un’area marginale caratterizzata da impoverimento e discriminazione: qui la gente che nel 2008 ha votato per Obama, nel 2017 ha scelto Trump che si è presentato come il paladino della causa dei disoccupati statunitensi contro un mondo globalizzato incomprensibile.
È CORRETTO comparare realtà urbane così lontane? Sta di fatto che da domenica a Terni per dirla con Ken Loach «piovono pietre».