domenica 24 giugno 2018

il manifesto 24.6.18
A Pisa un ballottaggio da fiato sospeso
Comunali 2018. Sotto la Torre Pendente la destra cerca il colpo da ko trascinata da Matteo Salvini, mentre per il centrosinistra sono arrivati in comizio Paolo Gentiloni e Walter Veltroni. Esito incertissimo, con l'incognita del voto pentastellato (10% al primo turno) in libera uscita.
di Riccardo Chiari


PISA Alla vigilia di un ballottaggio da fiato sospeso sotto la Torre Pendente, la città è affollata come sempre di turisti, mentre i pisani doc commentano i comizi finali della sera precedente. Da una parte Matteo Salvini, osannato da un migliaio di sostenitori in piazza Carrara, dopo aver fatto una comparsata alla cena sul ponte di Mezzo a cui era stato invitato dalla locale Confcommercio. Dall’altra Paolo Gentiloni e Walter Veltroni, arrivati in città per sostenere il candidato sindaco del centrosinistra Andrea Serfogli. Con Veltroni che, davanti ad alcune centinaia di simpatizzanti, si è rivolto “alla Pisa democratica, che ha il dovere morale di difendere la città da chi specula con la menzogna e chiede censimenti etnici”. Mentre Gentiloni, guardando al mediocre 59% scarso di votanti al primo turno, si è appellato ai potenziali astensionisti: “Se c’è chi è stato a casa per dispetto o per risentimento, va capito, abbiamo fatto molti errori. Ma domenica non fate l’errore di stare a casa per dispetto”.
Si riparte dai voti di due domeniche fa, quando il candidato della destra Michele Conti, trascinato dalla Lega che ha preso il 24,7% ed è diventata il primo partito cittadino, ha colto un 33,4% complessivo che lo ha portato in testa di una incollatura sul candidato del centrosinistra Andrea Serfogli, attestato al 32,3%. Quest’ultimo è stato però capace di trovare degli alleati all’ultimo minuto. Così sono entrati in coalizione – con apparentamenti ufficiali – il Patto Civico di Antonio Veronese, che porta una dote del 6,6%, insieme alle liste civiche che hanno sostenuto Maria Chiara Zippel, per un altro 1,8%. Due espressioni di un voto “moderato”, cercate con dichiarata volontà politica dal Pd locale e da quello toscano. Con l’effetto collaterale di ridurre ulteriormente l’appeal di Serfogli nelle forze politiche e sociali di sinistra, nonostante l’appello al voto di Paolo Fontanelli, portavoce di Leu in città, e di Riccardo Nencini del Psi.
Anche Serfogli, assessore ai lavori pubblici nella giunta di Marco Filippeschi, ha chiuso la campagna elettorale con un appello al voto alle “forze democratiche” della città, contrapposte a chi sostiene “una politica di paura e di chiusura”. Quanto alle prime mosse da fare nel caso di elezione a sindaco, Serfogli ha annunciato clausola di salvaguardia e un salario minimo (10 euro l’ora) per i dipendenti delle aziende che si aggiudicheranno appalti dagli enti pubblici per servizi e manutenzioni: “Solo a Pisa – ha puntualizzato – le persone impegnate in questo ambito sono diverse migliaia, e assicurare loro un salario minimo garantito mi sembra una norma di civiltà e di dignità”.
Possibile ago della bilancia in un ballottaggio quanto mai incentro potrebbe essere il 10% di voto pentastellato del primo turno. Dal M5S locale è arrivata la richiesta di non disertare le urne. Sarà da capire come si orienterà il voto, se all’alleato nel governo nazionale oppure, specialmente nella sua componente interna di sinistra, prevarranno gli ideali.