Il Fatto 24.6.18
Caro Pd dormiente, cosa ne è della vostra gente?
di Antonio Padellaro
“Rimane
aperto il capitolo delle 5 commissioni di garanzia per le quali è
iniziato uno “sciopero bianco”. Il Pd, che punta alla presidenza del
Comitato per il controllo dei servizi segreti, prenotato invece da
Fratelli d’Italia, non designa i suoi parlamentari.
Corriere della Sera 22 giugno
Nella
famosa domenicadell’editto di Matteo Salvini sulla nave ong Aquarius, a
cui era stato impedito l’ingresso nei porti italiani, i tg diedero
conto della posizione del Pd. Un pigolio che stigmatizzava
l’interruzione del silenzio elettorale da parte del capo leghista. Si
svolgeva infatti il primo round elettorale nelle città (che oggi vanno
al ballottaggio) e per gli illuminati dirigenti di quel partito il vero
problema era il rispetto di una regoletta disattesa da anni. E non
invece lo strappo feroce del ministro degli Interni – in campagna
elettorale permanente – fatto sulla pelle di centinaia di disperati. In
merito dal Nazareno venne biascicata solo qualche frase di circostanza.
Un vuoto pneumatico che anche in seguito il maggior partito
d’opposizione ha perseguito con poca ammirevole tenacia e che le
rassegne stampa radio ogni mattina liquidano con cinque parole: sul Pd
niente da segnalare. Secondo gli studiosi dei labirinti mentali pidini,
si tratterebbe di un silenzio sottilmente strategico. Ovvero: visto che
il contratto tra Lega e Cinquestelle è stato scritto con l’inchiostro
simpatico restiamo alla finestra in attesa che si uccidano tra loro.
Vana speranza: come da quelle parti dovrebbero sapere, il potere cementa
più della supercolla Attack. Altri illustri analisti segnalano invece
che in seguito al doppio choc referendum-elezioni i dirigenti del
Nazareno si sono sottoposti a un terapia simile a quella descritta nel
film con Jim Carrey “Se mi lasci ti cancello”. Non vogliono ricordare
più nulla. Secondo infine gli osservatori più terra terra, quelli del Pd
tacciono perché non hanno nulla da dire. Guardate, c’è poco da ridere.
Se questa è l’opposizione al governo Di Maio-Salvini (un partito
sciroccato e un altro, Forza Italia, che si è già consegnato mani e
piedi al prepotente alleato padano) è la democrazia nel suo insieme che
rischia grosso. Perfino continuare a sfottere il “bullismo” di Matteo
Renzi è ormai operazione di retroguardia nei giorni in cui l’altro
Matteo si muove agitando una mazza da baseball con dietro una folla
urlante sempre più vasta. Se non risolti in tempo, i problemi interni
del Pd rischiano non solo di liquidare un’importante esperienza politica
che, nel bene e nel male, ha segnato la storia dell’ultimo decennio. Ma
soprattutto di lasciare allo sbando i quasi sei milioni di elettori che
lo scorso 4 marzo hanno ancora una volta scommesso, malgrado tutto, su
un’idea dell’Italia e dell’Europa agli antipodi del populismo
trionfante. Sicuro di non essere ascoltato mi permetto di chiedere a
Renzi, a Martina, a Delrio, a Gentiloni, a Calenda e a tutti coloro che
nel Partito democratico dicono di credere ancora: ma della vostra gente
cosa volete fare? Penso che ne siate al corrente: mentre voi organizzate
suggestivi “scioperi bianchi” onde ottenere la fondamentale presidenza
della commissione sui Servizi segreti (fondamentale solo per tenere
sotto controllo gli affari vostri e altrui), ogni giorno aumentano i
vostri elettori convinti che su immigrati irregolari e rom Salvini abbia
ragione da vendere. Forse li avete già persi. Buon sonno a tutti.