il manifesto 13.6.18
La Spagna contro Salvini: «Quale buonismo, l’Italia rischia azioni penali»
Aquarius. La ministra della giustizia Dolores Delgado mette in guardia: violati i trattati internazionali
di Luca Tancredi Barone
BARCELLONA
«Vogliamo passare dalla speranza a una politica completa in tema di
immigrazione». Le parole della sindaca di Barcellona Ada Colau, ieri
sera in conferenza stampa, riassumono la questione che ieri ha occupato
il dibattito politico in Spagna. Poche le voci discordanti: il Pp, che
avverte che il governo Sánchez sta dando il messaggio che la Spagna è un
colabrodo, e il partito di destra Vox, che ha proposto un sondaggio su
Twitter in cui sperava vincesse il No alle frontiere aperte, e invece è
risultato un epic fail, con l’80% di quasi 58mila voti a favore di
aprire le frontiere. Per il resto persino comunità come quella
galiziana, roccaforte del Pp, si sono offerte di ospitare i migranti in
arrivo a Valencia. Persino Albert Rivera, di Ciudadanos, ha detto che è
«umano tentare di salvare vite», anche se ha chiesto una politica
migratoria comune alla Ue per evitare quelle che ha definito come
«improvvisazioni».
Barcellona, per bocca di Colau, si è unita a
Madrid offrendosi di ospitare un centinaio di persone. Ma la sindaca ha
messo sul tavolo due richieste politiche di più ampio respiro rivolte al
nuovo governo: uno, affrontare il tema della casa, per i migranti e per
tutti, uno dei pallini di questa amministrazione municipale e che senza
una legge statale non può essere modificato; e secondo, la modifica
delle politiche migratorie: «dobbiamo sederci a lavorare e mettere le
risorse», ha detto rivolta a Sánchez. «Siamo grati per le parole di
disponibilità e sensibilità dei governi di Sánchez e Torra», il
presidente catalano che pure si è offerto di accogliere i migranti.
«Però adesso abbiamo bisogno che queste parole si trasformino in
risorse, pianificazione e politiche serie». Per esempio, ha proposto,
l’istituzione di un permesso di lavoro temporaneo per permettere ai
richiedenti asilo di lavorare. E ha chiesto che i 330 milioni di fondi
europei che Rajoy destinava alle frontiere e ai Cie vengano invece
investiti per le città che accolgono rifugiati in fuga «dalla guerra e
dalla violenza», rivendicando che da sola Barcellona ha accolto 11.600
persone spendendo più di sei milioni all’anno.
La ministra di
giustizia spagnola Dolores Delgado, ammonendo l’Italia «che rischia
responsabilità penali per non aver rispettato accordi e trattati
internazionali» ha ricordato che la decisione del governo Sánchez non è
«buonismo», come ha detto Salvini, ma «il rispetto della legalità
istituzionale».
La vicepresidente del governo Carmen Calvo ha
sottolineato che il suo governo, obbedendo alle norme internazionali, ha
trasmesso «un’immagine impeccabile del nostro paese», aggiungendo che
davanti a una crisi umanitaria «non potevamo rimanere impassibili».
Calvo sarà a Valencia per coordinare le operazioni all’arrivo della nave
Aquarius e delle navi militari italiane, previsto per giovedì.