Il Fatto 13.6.18
Latina, il clan rom Di Silvio accusato di mafia faceva campagna elettorale per il candidato di Salvini
di Marco Pasciuti
Il
trait-d'union tra il Carroccio e uno dei 25 arrestati dalla Polizia nel
capoluogo pontino si chiama Agostino Riccardo, finito in carcere con
l'accusa di associazione di tipo mafioso. Il 4 giugno 2016, si legge
nell'ordinanza di custodia cautelare, venne trovato in compagnia di un
pregiudicato nella cui auto gli agenti rinvennero manifesti elettorali
di Francesco Zicchieri, candidato con la Lista Salvini al comune di
Terracina e oggi vicepresidente del gruppo della Lega alla Camera
“Ruspa!!!!!
Quando torneremo al governo, raderemo al suolo uno per uno tutti ‘sti
maledetti campi Rom“. Era il 2015, Matteo Salvini non era ancora il capo
del Viminale, ma la sua campagna l’aveva già intrapresa da un pezzo.
Forse non sapeva che diversi esponenti del gruppo etnico che da anni ha
eletto a bersaglio politico hanno dato una mano ai suoi candidati a
procacciarsi voti in campagna elettorale, e non solo in qualità di
obiettivo delle sue intemerate. Perché nell’ordinanza con le 25 misure
di custodia cautelare che hanno decapitato il clan Di Silvio a Latina
gli inquirenti scrivono che due degli arrestati facevano “attività di
propaganda elettorale” per la lista di Salvini alle amministrative del
2016 a Terracina.
Il trait-d’union tra il Carroccio e la maxi
operazione condotta dalla polizia nel capoluogo pontino si chiama
Agostino Riccardo, detto Balò, finito in carcere con l’accusa di far
parte di “un’associazione di tipo mafioso facente capo a Di Silvio
Armando detto “Lallà“, ovvero colui il quale la Direzione distrettuale
antimafia considera il capo del clan che spadroneggia da anni a Latina
esercitando un controllo capillare del territorio (“strada per strada,
quartiere per quartiere”, spiegava in conferenza stampa il procuratore
aggiunto Michele Prestipino) tra traffico di droga, estorsioni e
riciclaggio di denaro.
Il 4 giugno 2016 la polizia di Terracina
trovava, all’interno del parcheggio del McDonald’s che sorge lungo la
Pontina tra Latina e Terracina, Riccardo in compagnia di due
pregiudicati locali: Gianluca D’amico, finito ai domiciliari
nell’operazione di questa mattina, e Matteo Lombardi, “soggetto – si
legge nell’ordinanza – sottoposto a misura di prevenzione della
sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno”. Nell’auto di
quest’ultimo gli agenti rinvenivano “numerosi manifesti riguardanti i
candidati alle elezioni amministrative di Latina e Terracina, nonché
materiale utilizzato per l’affissione”. Questi i nomi dei candidati
annotati agli agenti quel giorno: “Per Latina: Elsa Calandrini Lungo,
“Cuori Italiani“; e per la “Lista Salvini” il candidato Francesco
Zicchieri“. Per Terracina invece Gianluca Corradini, Gina Cetrone, e
Tramentozzi lista “Sì Cambia”.
Una circostanza imbarazzante per
Salvini perché, dopo un passato in Alleanza Nazionale, Zicchieri è
diventato un fedelissimo del segretario del Carroccio: già consigliere
comunale a Terracina, a marzo è stato eletto alla Camera, dove ad aprile
è stato eletto vicepresidente del gruppo della Lega.
Una
circostanza che, sottolinea il giudice per le indagini preliminari
Antonella Minunni, “determinava l’accertamento del reato di cui
all’articolo 76, comma 8 del codice antimafia, avendo il sorvegliato
speciale Lombardi svolto, con la complicità di Riccardo Agostino e
D’Amico Gianluca, attività di propaganda elettorale”. Documentata, si
legge ancora nell’ordinanza, da foto pubblicate su Facebook in cui
Riccardo in compagnia di Samuele Di Silvio, anch’egli arrestato nella
maxi operazione della Polizia, esponeva “manifesti dei candidati sopra
citati“.
Un’attività della quale ha parlato anche il collaboratore
di giustizia Renato Pugliese, che nel verbale del 26 gennaio 2017
racconta di una persona estranea all’indagine che “era con me nella
campagna elettorale del 2016 a Terracina e a Latina, attaccava i
manifesti elettorali di Salvini e Gina Cetrone per conto mio e di
Agostino”.
“Fatti che, nella loro complessità – spiegava il
procuratore aggiunto Prestipino questa mattina in conferenza stampa –
sono indici importanti della mafiosità del gruppo, capace di stringere
rapporti con la politica“.