martedì 12 giugno 2018

il manifesto 12.6.18
Toscana, duello finale fra Pd e Lega
Comunali 2018. Tutte al ballottaggio le sei città più popolose. Risultati in bilico a Pisa, dove la destra a trazione leghista è il lieve vantaggio su democrat e alleati, e anche a Siena, dove sarà decisivo il 20% dell'ex sindaco diessino Piccini. Sinistra alternativa ok sotto la Torre Pendente, con i Diritti in Comune di Auletta che sfiorano l'8%, e a Campi Bisenzio con il 6%.
di Riccardo Chiari


FIRENZE Dal voto di opinione delle elezioni politiche, al voto di prossimità delle comunali, il passo può essere lunghissimo. In Toscana ne fa le spese il M5S, che dopo il travolgente successo del 4 marzo arretra parecchio, tanto da non raggiungere alcun ballottaggio nelle sei città più popolose andate alle urne. Il secondo dato che emerge dal voto è la cannibalizzazione operata dalla Lega nei confronti di Forza Italia e Fratelli d’Italia, pallidi comprimari in una coalizione ormai senza centro e tutta a destra. Resiste invece il Pd, che in solitaria o quasi come a Siena, oppure con una coalizione di centrosinistra come a Massa, arriva ai ballottaggi. E può sperare anche a Pisa, dove la “sicurezza” coniugata dal Pd, contro quella xenofoba salviniana, porta a un sostanziale pareggio nel primo round elettorale. Infine la sinistra di alternativa, che a Pisa con i Diritti in Comune di Ciccio Auletta coglie un lusinghiero 7,8%, tale da renderlo il quarto polo cittadino. Mentre a Campi Bisenzio il giovane Lorenzo Ballerini sfiora il 6% con un altro buon risultato, e a Siena e Massa si oscilla fra il 3,5 e il 4%.
Sotto le Apuane, viste le premesse che lo vedevano in partenza terza forza, il ricandidato sindaco massese Alessandro Volpi può attendere il ballottaggio con rinnovate speranze. Con un’affluenza al 62,3%, Volpi e la sua coalizione formata da Pd, Mdp, Si e quattro liste civiche è al 33,9%, mentre Francesco Persiani sostenuto da Lega, Fdi e Fi si ferma al 28,2%. Dimezza la percentuale di marzo il M5S, il cui 15,1% ha il sapore di un grande delusione. Mentre, in vista del ballottaggio, sarà interessante capire come si muoverà Sergio Menchini, che dopo il gran rifiuto alle primarie ha messo in piedi quattro liste civiche, sottraendo anche numerosi ex consiglieri e militanti del Pd, e che ha raggiunto il 13,2% dei voti.
Nella città della Torre Pendente, con un’affluenza ferma al 58,6%, a sfidarsi il 24 giugno saranno il candidato della coalizione di centrosinistra Andrea Serfogli con il 32,3%, e quello del centrodestra Michele Conti, che con il 33,4% parte in lieve vantaggio. Decisivo per la vittoria finale a Pisa sarà il ruolo delle liste civiche, da quelle di Antonio Veronese (6,2%) orientate verso il Pd, a quella di Raffaele Latrofa (6,6%) che invece guarda alla destra forzista. Da non trascurare nemmeno il residuo voto pentastellato, che con Gabriele Amore ha raccolto un (deludente) 9,9%, peraltro potenzialmente decisivo per un verso o per l’altro. Anche i Diritti in Comune con Auletta rientrano in consiglio comunale, mentre gli altri quattro candidati sindaco sono sotto il 3% e ne restano fuori.
A Siena, dove l’affluenza è stata del 63,1%, i Cinque stelle non correvano e in prima battuta è in vantaggio il sindaco uscente Bruno Valentini, che con il Pd e la lista civica In Campo ha preso il 27,4%. A breve distanza il candidato del centrodestra Luigi De Mossi, che non ha sfondato raccogliendo solo il 24,2%. Decisivi al ballottaggio saranno i voti dell’ex sindaco (Pds-Ds) Pierluigi Piccini, che sognava il colpaccio ma si è dovuto accontentare del terzo posto con il 21,2% della sua lista personale, e quelli del civico a 360 gradi Massimo Sportelli, che potrebbe portare in dote il suo 15,9%.
Di rilievo anche il voto a Campi Bisenzio, 42mila abitanti nella Piana fiorentina, dove il ricandidato Emiliano Fossi del Pd e civiche si è attestato al 42,1%, distaccando Maria Serena Quercioli del centrodestra (28,8%). Come Piccini a Siena, anche l’ex sindaco (Pds-Ds) campigiano Adriano Chini sperava nel ballottaggio ma si è fermato al 23,1%, che sarà comunque decisivo. Non per caso Fossi ha teso la mano aprendo al programma “no aeroporto” di Chini: “I valori legati a una politica inclusiva, basata sui temi quali l’ambiente, la qualità della vita, e una decisa contrarietà alle grandi opere, ci permetteranno di vincere”. Un appello distante da quello di Marco Recati, portavoce del Pd toscano, che invece chiama al sostegno “delle liste civiche, e del mondo dei moderati che guardano al centrosinistra”.
Il Pd non andrà al ballottaggio a Pescia (affluenza 55,4%) in provincia di Pistoia, dove il duello finale sarà tra Francesco Conforti del centrodestra e l’ex sindaco Oreste Giurlani, già del Pd poi dimesso per un’inchiesta giudiziaria. Infine a Pietrasanta, unico dei sei comuni guidato dal centrodestra, il candidato post-Mallegni, Alberto Giovannetti, va al ballottaggio con Ettore Neri appoggiato da Pd e una lista civica.