Il Fatto 25.6.18
Il Sultano si (ri)prende tutto. Erdogan oltre il 50 per cento
Il leader turco vince le presidenziali e ora, in base alla nuova Carta, avrà enormi poteri
di Roberta Zunini
Il
Sultano regnerà ancora sulla Turchia per soli 2 punti percentuali
(supera il 52%) e, cataclismi a parte, passerà alla storia come il nuovo
Ataturk arrivando a eguagliare il primato di Mustafa Kemal. Grazie alla
nuova legge elettorale che premia la coalizione, anche il suo partito
della Giustizia e Sviluppo ( Akp) continuerà a guidare il parlamento
avendo ottenuto assieme ai nazionalisti del Mhp oltre 344 seggi su 600.
Ma nè Erdogan nè l’Akp hanno stravinto mentre i partiti opposizione si
sono rafforzati, soprattutto il partito filocurdo democraticoo dei
popoli che ha raggiunto 11 per cento guadagnando 66 seggi.
L’opposizione
pur denunciando brogli e irregolarità, sente di aver ritrovato la
rotta, anche se con i nuovi poteri derivati dal cambiamento della
costituzione in senso presidenzialista il Sultano potrà interferire nei
lavori parlamentari con decreti esecutivi.
Il partito
dell’oppositore repubblicano laico Ince, pur essendo calato dal 25 al 20
per cento circa dei voti, può contare sulla alleanza con Il nuovo
Partito Buono della signora Meral Aksener che ha raggiunto la soglia di
sbarramentoo del 10 per cento necessaria a entrare in Parlamento.
Intanto Selahattin Demirtas, il leader dell’Hdp in carcere da un anno e
mezzo, tira un sospiro di sollievo per la sopravvivenza del suo partito
pesantemente perseguitato dalla magistratura al guinzaglio del Sultano
dopo il fallito golpe del 2016. Merita di essere sottolineato che il
vecchio e controverso leader dei Lupi Grigi, Devlet Bahceli, aveva visto
giusto nel chiedere a Erdogan di anticipare di un anno e mezzo le
consultazioni e cambiare la legge elettorale a favore delle coalizioni
pre elettorali. Il leader del Mhp le aveva volute per timore di non
poter supererare la soglia di sbarramento nel 2019 a causa della nascita
del Buon partito della sua ex collega Askener, fuoriuscita dal partito
perché in disaccordo con Bahceli data la sua cieca vicinanza al Sultano.
Ma, pur essendo entrato in Parlamento, il Buon partito non è riuscito a saccheggiare i voti del Mhp.
Da
domani la Turchia entra in una nuova era. Sarà una democrazia svuotata
delle istanze che la rendono tale perché di fatto non ci sarà più la
divisione netta tra i poteri dello Stato. Nel frattempo una cittadina
italiana, Christina Cartafesta, è stata fermata dalle autorità turche in
una provincia curda nel sud est dell’Anatolia. La donna è accusata di
essersi spacciata per osservatrice dell’Organizzazione per la sicurezza e
la cooperazione in Europa, presente in Turchia per verificare la
regolarità delle elezioni. Sono stati invece dopo un breve fermo i 3
italiani fermati a Diyarbakir, nel sud-est della Turchia, mentre
cercavano di svolgere attività di osservatori per le elezioni
presidenziali e parlamentari con alcuni membri del partito filo-curdo
Hdp. La polizia ne avrebbe impedito l’ingresso nei seggi perché senza
regolare accredito.
Due giorni fa un altro osservatore italiano
era stato bloccato all’aeroporto di Istanbul e rispedito indietro. Anche
tre francesi sono stati fermati per lo stesso motivo, e poi liberati.
Il consolato generale d’Italia a Istanbul e l’ambasciata ad Ankara
stanno seguendo la situazione, mentre tutta la Turchia resta con il
fiato sospeso per la conta finale dei voti.