Il Fatto 24.6.17
Elezioni in Turchia, il professore di Fisica che vuole bocciare il Sultano
Il candidato del Chp si oppone allo strapotere di Erdogan: stop allo stato d’emergenza e alla riforma presidenziale
Elezioni in Turchia, il professore di Fisica che vuole bocciare il Sultano
di Roberta Zunini
La
data di oggi entrerà nei libri di storia, non solo turchi,
indipendentemente da come andrà il voto presidenziale e legislativo,
anticipato di un anno e mezzo per volere del presidente uscente Recep
Tayyip Erdogan.
Se il reis dovesse essere riconfermato e il suo
partito della Giustizia e Sviluppo (Akp) ottenere ancora una volta la
maggioranza assoluta in Parlamento, non solo Erdogan si avvierà a
raggiungere il primato di Mustafa Kemal Ataturk in quanto a numero di
anni al potere, ma si assisterà anche a un passaggio di status epocale:
la Turchia da repubblica parlamentare diventerà una repubblica
presidenziale. E la sua già ibrida democrazia diventerà di fatto un
guscio vuoto. In seguito al referendum dello scorso anno, dopo le
elezioni verrà infatti implementata la riforma costituzionale che
conferisce enormi poteri, anche in campo legislativo e giudiziario, al
capo dello Stato.
Se invece Erdogan dovesse perdere, sarebbe un
evento talmente imprevedibile e contrario a tutti i sondaggi che
meriterebbe comunque un posto di riguardo negli annali. I suo principali
rivali, sia per quanto riguarda le Presidenziali sia per quanto
riguarda le Legislative, sono molto più agguerriti e carismatici
rispetto a quelli delle precedenti elezioni, mentre la maggior parte dei
partiti all’opposizione si sono potuti alleare in una coalizione
pre-elettorale grazie alla nuova legge elettorale.
Ciò significa
che i quattro partiti alleati, a partire dal maggiore, il repubblicano e
laico Chp, potrebbero in cordata impedire all’Akp di riottenere la
maggioranza dei seggi nell’aula. Un obiettivo meno irraggiungibile della
presidenza, anche se venerdì scorso la maggior parte degli imam ha
fatto giurare ai fedeli sul Corano che voteranno per Erdogan e il suo
partito. Chi giura sul Corano, deve rispettare la promessa, pena
l’inferno, che esiste anche nell’islam.
Nonostante la stampa
indipendente sia stata annichilita e quasi tutti i media, tv compresa,
appartengano a editori vicini al presidente, l’ex professore di fisica e
scienze, Muharrem Ince, candidato alle presidenziali del maggior
partito di opposizione, il laico partito e democratico partito
repubblicano Chp è riuscito a guadagnarsi l’attenzione dei turchi con i
suoi trascinanti ed energici comizi.
Ince sembra in grado di
galvanizzare, come faceva molto bene Erdogan agli inizi della carriera,
anche la gente di campagna, non solo l’élite filo europea di Istanbul e
Smirne, questa ultima roccaforte del partito repubblicano. Nato 54 anni
fa in un villaggio agricolo della provincia nord-occidentale di Yalova,
nelle sue apparizioni pubbliche il professore non tralascia mai di
ricordare di aver imparato prima a guidare il trattore e poi l’auto, di
aver frequentato corsi coranici da bambino e che la sua famiglia include
donne che indossano il velo islamico. Un modo per tentare di sottrarre
altri voti all’Akp mentre predica la scienza e la nanotecnologia ai
giovani e promette di non abolire l’insegnamento nelle scuole superiori
della teoria di Darwin che invece Erdogan vorrebbe cancellare a partire
dalla auspicata rielezione. Qualora eletto, Ince promette abolire
immediatamente lo stato di emergenza, ripristinare la separazione dei
poteri e cancellare la riforma costituzionale.
Abolirebbe inoltre
il Consiglio di istruzione superiore, che Erdogan ha usato per
licenziare migliaia di accademici per ragioni politiche, e riformerebbe
il Consiglio supremo di giudici e pubblici ministeri, le cui regole e
membri Erdogan ha cambiato per avere una magistratura amica. In una
intervista il candidato ha detto: “Se la ricchezza di Erdogan deve
essere investigata, deve esserci un sistema giudiziario indipendente”.
Qualche chance in più di competere con Ince per andare al ballottaggio
contro Erdogan ce l’ha Meral Aksener.
L’ex ministro degli Interni,
soprannominata Lady di Ferro ha fondato il Buon partito (Iyi) dopo aver
abbandonato il partito nazionalista perché in disaccordo sulla fedeltà a
Erdogan da parte del leader dei Lupi Grigi, il vecchio Devlet Bahceli.
Colui che ha chiesto formalmente al Sultano di anticipare le elezioni
proprio per impedire ad Aksener di guadagnare troppo consenso nel corso
dei mesi. Gli ultimi sondaggi danno Erdogan al 46 per cento e Ince al
30: qualora confermati, si andrà al ballottaggio.