Il Fatto 21.6.18
Che il Pd non sia di sinistra lo dicono i fatti
di Luisella Costamagna
Caro
Matteo Renzi, domenica è riapparso in tv dalla Annunziata, scamiciato
in contesto bucolico, con grata fiorita alle spalle al posto dei
“rampicanti” parlamentari, tanto da far balenare il definitivo ritiro a
vita privata. Niente, non riesce proprio a farsi da parte, a creare quel
vuoto di sé che – solo, forse – potrebbe generare nostalgia, desiderio,
“in fondo, non era così male”, “se tornasse”…
Stavolta, almeno,
capiamo le ragioni: col caos sullo stadio della Roma che lambisce anche i
cinquestelle (i coinvolgimenti Pd ben più sostanziosi e Milano e Sala
non menano più scandalo, complici gli omissis mediatici), e soprattutto
la linea dura sui migranti e la chiusura dei porti, può tirare acqua al
suo mulino, cercando di riconquistare quell’elettorato di sinistra
fuggito da lei verso il Sol dell’Avvenire tra le stelle grilline.
Eccola
dunque, in stile Giorgione Orto e Cucina, ma con la modernità degli
hashtag da Benji e Fede, a menare fendenti contro Salvini il “bullo”, i
5stelle e i loro elettori che si sono fatti abbindolare da fascisti in
camicia rossa.
Eccola twittare con spavalderia: “Un abbraccio
affettuoso ai filosofi, attori, cantanti che ci dicevano: il Pd non è di
sinistra, M5S invece si. Adesso vi guida Salvini, avete fatto la guerra
al Matteo sbagliato #altracosa #inmezzora”. A parte il “sì” senza
accento, non all’altezza di una (presunta) preparazione che nessuno ha
messo in dubbio quando da Firenze fu elevato a Palazzo Chigi; a parte il
vago riferimento a fantomatici “filosofi, attori, cantanti”, con cui
voleva essere elegante, denotando in realtà i suoi di punti di
riferimento: intellettuali e star system (con gli uni compresi
nell’altro, visto che ormai sono passati dalle torri d’avorio a
ripetitori e compensi tv), invece delle persone comuni che vivono nella
realtà e non nei media; a parte tutto questo, sono qui per rassicurarla:
il Pd non è di sinistra. So che molti elettori 5Stelle vengono da
sinistra e hanno i capelli dritti a vedere Via Almirante o Via
Dall’Italia ai migranti.
So che ora aspettano, incrociando le dita
e aggrappandosi al contratto di governo, al premier Conte, ai diritti
dei rider, al superamento delle ingiustizie commesse (tipo Jobs Act o
legge Fornero) o alle cose non fatte (tipo taglio dei vitalizi) dal suo
governo e dal Pd.
So che, se non sanno dove andrà il governo
giallo-verde – se Salvini fagociterà Di Maio su immigrazione, rom,
sicurezza, condono fiscale, contanti e via a “destreggiare” – sanno però
che il partito che lei ha guidato alla disfatta, fiaccandone le anime
più di sinistra, portate in dote al Nazareno da Berlusconi, Verdini,
Alfano, e anticipando molte di queste misure (Minniti, l’aumento delle
soglie sull’uso del contante, la voluntary disclosure…), era tutto
fuorché di sinistra. Non che la piega destrorsa del Pd sia cominciata
con lei – sarebbe attribuirle troppi (de)meriti – ma sicuramente lei ha
tolto qualunque dubbio.
Caro Renzi, a dire “il Pd non è di
sinistra”, sono i fatti, gli elettori e anche i suoi compagni di partito
che, proprio per quella ragione, se ne sono andati. I 5Stelle? Vedremo.
Nel frattempo sono finiti tra le braccia di Salvini perché lei, invece
di farsi da parte, gli ha detto no. Dunque non sia umile, non le si
addice: questo governo è anche (de)merito suo.
Un cordiale saluto.