Il Fatto 18.6.18
Per capire la cultura del Male prima e dopo la Shoah
La spiritualità segreta dei “marrani” nelle campagne antisemite in Spagna
di Furio Colombo
La
cultura del bene ha le sue grandi invenzioni. Per esempio la scoperta
della pietà che consente il soccorso, della identificazione che permette
di accettare esistenza e dignità dell’altro, del rapporto fra
invenzione e realtà che porta al mondo infido e avventuroso del rapporto
fra verità e menzogna. La cultura del male ha lavorato alacremente
lungo questo stesso percorso per rovesciarlo: non ti riconosco, non ti
soccorro e credo in false ragioni per farti male, graduando il male
senza alcuna altra ragione che il mio potere. Nella storia dell’umanità,
al centro del punto di distinzione fra il bene e il male c’è una
esemplare scoperta malvagia: inventare il popolo dei marrani. Che sono
lo straordinario giocattolo della persecuzione che comincia da prima,
come difesa, e continua dopo, come condanna non cancellabile. Marrani è
il libro di Donatella Di Cesare (Einaudi). È un testo di filosofia,
storia e constatazione che rende espliciti alcuni concetti ovvi (nel
mondo dell’antisemitismo) ma oscuri e volentieri abbandonati nella
persuasione di vivere, dopo la Shoah, in una sorta di dopo guerra dove,
insieme con la memoria del dolore, resta un senso illusorio di raggiunta
immunità. Il gioco del marrano, spiega questo libro, è una scatola
magica che nessuno ha mai smontato e che funziona ancora. Funziona bene,
quando volete. O quando vuole l’antisemita professionale che
ritroviamo, senza alcun turbamento di dubbio, generazione dopo
generazione. Ma anche: nessuno ha voluto smontare questa scatola per una
certa inconfessata paura di doversi, da capo, misurare con il contenuto
malefico, fondato su una presunta ardente fede cristiana e il timore di
contagio col maleficio degli estranei alla fede, persino se non c’è
alcuna fede e alcun ebreo. Esempio: la Polonia di oggi. Che cosa vuol
dire “inventare i marrani”? Vuol dire che il convertito è un giocattolo
nelle mani del potere cristiano, accettato e respinto, fintamente
riconosciuto e giudicato con disprezzo senza dover decidere né perchè né
quando. Ciò accade in nome della libertà che il marrano (l’ebreo
convertito nel linguaggio della grande persecuzione ed espulsione
spagnola) non avrà mai perchè, essendo per natura colpevole, dovrà
sempre subire. E ciò vale sia per le condanne pronunciate apertamente
sia per quelle che restano un patrimonio tramandato e segreto, di una
massoneria cristiana anti-ebraica. Il libro è carico di storia, ragione,
riflessione, che molti insegnanti di liceo farebbero bene a condividere
(data la qualità della scrittura) con i loro studenti. È la storia dei
rapporti dei cristiani con gli ebrei prima della Shoah. E dopo.