martedì 12 giugno 2018

Il Fatto 12.6.18
Ecco perché Salvini ha vinto anche se ha torto (ma perderà)
di Antonio Padellaro 


Ecco perché Matteo Salvini ha ragione anche se ha torto. Salvini ha ragione perché l’Unione europea, e gli altri Paesi che ne fanno parte, con i loro costanti “me ne fotto” alle ripetute richieste di aiuto dell’Italia sulla questione migranti gli hanno regalato una campagna elettorale coi fiocchi. Anzi, per mostrarsi un minimo riconoscente il leader leghista dovrebbe ora spedire a Bruxelles un bel mazzo di fiori. Infatti, se l’Europa non si fosse mostrata così stupidamente sorda e insensibile, lasciandoci affogare in un mare avete capito di cosa (come riconosciuto dalla stessa Merkel, purtroppo a babbo morto) Salvini, probabilmente, si sarebbe dovuto trovare un lavoro onesto. Invece che impazzare dal Viminale a colpi di diktat, bloccando navi e chiudendo porti come giocasse a Risiko.
Salvini ha ragione perché con il fiuto volpino che gli va riconosciuto ha scelto il giorno giusto (una domenica elettorale), la nave giusta (una Ong con bandiera di Gibilterra) e il nemico giusto (la minuscola e chiacchierata Malta) per sferrare l’attacco. Al grido di “spezzeremo le reni a La Valletta” oggi canta vittoria.
Salvini ha ragione perché dichiarando guerra a 629 africani in balia delle onde è diventato l’eroe di un altro pezzo d’Italia, che si aggiunge a quello che lo vorrebbe già proclamare duce. Come dimostra l’ulteriore avanzata del Carroccio nelle Amministrative di domenica.
Salvini ha ragione perché con l’editto del 10 giugno ha dimostrato chi comanda davvero nel governo gialloverde testé inaugurato. Fedele alla massima del prima meno e poi discuto, solo dopo aver comunicato al mondo le decisioni prese le ha trasmesse al ministro delle Infrastrutture grillino, Danilo Toninelli, competente per i porti. Dopodiché, con gesto di squisita cortesia, ne ha messo al corrente il collega vice Luigi Di Maio. Dicono i maligni che il premier (?) Giuseppe Conte abbia appreso la notizia dai tg.
Salvini ha torto perché la sua è una vittoria di Pirro. Sul problema immigrati, l’Ue continuerà tranquillamente a fottersene perché non c’è un solo Paese, tra i 27, che voglia seriamente accollarsi una minima parte del peso che da sempre ricade sull’Italia. Per ragioni geografiche: siamo l’approdo naturale per chi parte dalle coste africane. E per demerito dei leghisti predecessori di Salvini che firmarono gli sciagurati accordi di Dublino sul Paese di prima accoglienza che si becca tutto il cucuzzaro.
Salvini ha torto perché oggi ha trovato il premier spagnolo, il socialista Pedro Sánchez disposto ad accogliere i profughi dell’Aquarius. Un atto definito di “buon cuore” dal medesimo Salvini, ma piuttosto umiliante per il nostro Sparafucile. Senza contare che nella stagione estiva degli sbarchi, di navi Aquarius ne arriveranno chissà quante. E allora il ministro degli Interni dovrà decidere se lasciarle alla deriva, attirandosi e attirando al governo le accuse più infamanti di disprezzo per la vita umana. Oppure cuccarsi in silenzio gli sbarchi.
Salvini ha torto perché dopo aver tenuto in ostaggio per un’intera giornata 629 persone, tra cui numerosi bambini e alcune partorienti, la sua immagine è già irrimediabilmente macchiata. L’obbligo della salvezza in mare è una legge universale a cui per nessuna cinica ragion di Stato si può derogare.
Salvini ha torto perché, dopo il trattamento subito, nel M5S crescono i malumori per un’alleanza di fatto sbilanciata dal protagonismo dal socio di minoranza. Senza contare l’emergere nel Movimento di sensibilità diverse rispetto alla politica dei negher fora di ball. Come dimostra l’annuncio dell’apertura del porto di Livorno (poi ritirato) del sindaco grillino Nogarin. E il viaggio del presidente della Camera Roberto Fico andato nella bidonville di San Ferdinando a portare le condoglianze dello Stato ai compagni del sindacalista di colore Sacko ucciso a fucilate.
Salvini, infine, ha torto perché a quella grande massa di voti raccolti seminando rabbia e protesta contro i migranti presto o tardi dovrà dare una risposta assai concreta. Perché quegli stessi elettori, disposti ad applaudire i suoi spottoni, si aspettano poi che ne rispedisca a casa (come promesso) cinquecentomila. Vasto programma.