Il Fatto 12.6.18
Chiesa e pedofili, non basta la denuncia
di Marco Marzano
Per
affrontare fenomeni globali ci vogliono organizzazioni globali. Questo
vale anche in quello degli abusi sessuali commessi dal clero cattolico. È
di ieri la notizia della costituzione, a Ginevra, dell’Eca (Ending
Clerical Abuse), un’associazione internazionale formata da vittime di
abusi e da attivisti contro la pedofilia clericale provenienti da
quindici paesi sparsi in tutti i continenti. Del nuovo organismo,
ricevuto a Ginevra da una delegazione di funzionari delle Nazioni Unite,
fa parte anche l’italiana Rete L’abuso, rappresentata al suo presidente
Francesco Zanardi, che ha per intanto reso noto al mondo intero un
dettagliato dossier sul processo milanese contro don Mauro Galli, di cui
si è occupato di recente anche FQ Millennium.
L’Eca indicherà
all’opinione pubblica mondiale tutti i vescovi accusati di aver protetto
i pedofili e inviterà il pontefice a creare un nuovo strumento
centralizzato per individuare e punire chi ha coperto e tutelato i
pedofili. Lo scopo della nuova istituzione è mostrare che il caso del
Cile è più la regola che un’eccezione. Nel Paese sudamericano, poche
settimane fa, tutti i membri dell’episcopato hanno rimesso il loro
mandato nelle mani del pontefice, assumendosi di fatto la responsabilità
di aver coperto i sacerdoti colpevoli di abusi sessuali sui minori.
L’Eca non solo invita il papa (che non ha ancora preso una decisione in
materia) ad accettare in blocco le dimissioni di quei vescovi e a
rinnovare la classe dirigente cattolica del Cile, ma lo esorta anche a
epurare i dirigenti ecclesiali coinvolti negli scandali di questi anni.
La
nascita dell’Eca è un evento incoraggiante per tutti coloro che
desiderano contrastare la pedofilia clericale. Grazie al suo intervento
sarà più facile mettere a confronto il comportamento dei diversi
episcopati, incalzare la Santa Sede ad assumere un atteggiamento
efficace nella limitazione del fenomeno e interloquire con l’Onu con gli
altri organismi internazionali.
Tuttavia non bisogna farsi troppe
illusioni, dal momento che il problema verrà davvero risolto solo se la
Chiesa cattolica deciderà di mettere mano alla sua struttura
organizzativa, procedendo anche a rivedere radicalmente le modalità
attraverso le quali vengono addestrati i suoi funzionari.
Sono i
seminari i luoghi dove il problema ha origine. È lì che si genera quella
mentalità omertosa, collusiva e settaria che spinge i membri del clero a
considerarsi parte di una casta superiore al riparo dalle
responsabilità per le azioni che compie esercitando il proprio ufficio.
Sono i seminari le palestre dove viene praticata quella sistematica
repressione sessuale e quella sterilizzazione della sfera affettiva che,
in molti casi, sono la vera radice della sessualità distorta e
predatoria di chi pratica gli abusi.
Si potranno mettere in
pratica tutte le epurazioni di questo mondo, ma il problema non verrà
risolto sino a quando non si risalirà alle sue cause profonde, al suo
motore primo, e cioè alla mentalità clericale e ad un modello
organizzativo basato sulla superiorità di genere (e l’esclusione delle
donne), lo spirito di corpo (e la superiorità sui laici), la disciplina
ferrea e la sistematica repressione dei bisogni sessuali combinata con
l’obbligo della solitudine affettiva, l’addestramento all’incapacità di
amare e di identificarsi davvero nei sentimenti del prossimo.
L’Eca
dovrebbe farsi promotrice, oltre che di puntuali azioni investigative
su questo o quel vescovo, di un’azione di riforma complessiva della
Chiesa cattolica, basata su solide evidenze scientifiche e
nell’interesse generale di tutti i membri della società, e soprattutto
dei più deboli. In questo modo, aiuterebbe moltissimo coloro ai quali
sta a cuore la vita e la serenità dei bambini a scrivere un’importante
pagina di storia.