Corriere 30.6.18
Risponde Aldo Cazzullo
Grillo come l’Uomo Qualunque che però si fermò al 5 per cento
Caro Aldo,
bella
la proposta di Grillo di eleggere i senatori tramite estrazione a sorte
tra tutti gli italiani, ma la perfezionerei. Non tutto il Senato
dovrebbe essere composto dai partecipanti alla lotteria: andrebbe bene,
per esempio, il 5%. Si darebbe così il modo all’uomo comune di essere
responsabilizzato. È facile criticare asserendo farei questo e quello:
occorre cimentarsi coi fatti! E occorre
pure favorire chi non
lavora: alcuni senatori potrebbero essere estratti a sorte dagli uffici
di collocamento tra i disoccupati. I media hanno cambiato la percezione
della partecipazione: ad esempio, i reality show hanno trasformato
conosciuti in star. Perché, dunque, non dare la possibilità a tutti di
diventare dei politici?
Romolo Ricapito,
Caro Romolo,
Grillo
non ha inventato nulla. Nel dopoguerra Guglielmo Giannini, il
commediografo e umorista che fondò l’Uomo Qualunque, propose di abolire i
politici e far amministrare lo Stato da un ragioniere, da cambiare a
fine anno con un altro ragioniere. Si trattava di una provocazione,
proprio come l’uscita di Grillo sui senatori da estrarre a sorte. Ma a
parte il fatto che «provocazione» è parola inflazionata, in un tempo in
cui nessuno si assume la responsabilità di nulla, le affinità tra Uomo
Qualunque e Cinque Stelle sono impressionanti. Entrambi i movimenti, ad
esempio, erano molto più forti al Sud che al Nord. Alla base c’era il
disprezzo verso la politica e i partiti, e più in generale l’idea molto
italiana per cui nessun uomo pubblico può fare qualcosa nell’interesse
di qualcuno che non sia se stesso. Da qui il rifiuto della delega, della
democrazia rappresentativa, e il sogno del governo del buon senso, che
facilmente degenera nel senso comune. Allora non c’era la Rete: l’Uomo
Qualunque nacque da un giornale. Alle amministrative del 1946 fu la
prima lista in molti Comuni del Mezzogiorno. Ma a livello nazionale non
superò mai il 5,27%. La Dc lo svuotò: dei trenta deputati eletti alla
Costituente, un anno dopo metà se n’erano già andati. Nel 1948 quasi
sparì, anche se Giannini rimase sulla scena come personaggio arguto. Era
un tempo in cui gli italiani credevano in se stessi e nel futuro, e non
pensavano che tutti i politici fossero ladri, tutti gli industriali
corruttori, tutti gli imputati colpevoli.