Corriere 24.6.17
Quel treno per Kathmandu La linea dalla Cina al Nepal che passerà sotto l’Everest
Si farà la ferrovia strategica per Xi. L’India osserva con sospetto
di Guido Santevecchi
PECHINO
Una ferrovia himalayana per collegare la Cina al Nepal. Si parla da
anni di questo progetto ardito, forse temerario, ma i tecnici di Pechino
sono sicuri di poterlo realizzare e ora il premier nepalese Khadga
Prasad Sharma Oli e il collega cinese Li Keqiang hanno firmato un’intesa
per la costruzione della linea. Per raggiungere Kathmandu, circondata
dalle montagne più alte del mondo, sono possibili due direttrici, una
che passa da Gyirong e l’altra che scorre ai piedi dell’Everest
(Qomolangma in lingua locale): in ogni caso bisognerà scavare una lunga
galleria, dice Wang Menshu, esperto dell’Accademia di scienze
ingegneristiche.
Le ricognizioni sono già state effettuate, il
tracciato parte dal polo commerciale tibetano di Xigaze e dovrà
percorrere più di 700 chilometri in alta quota. Dal 2014 una linea
ferroviaria collega Xigaze alla capitale della regione cinese del Tibet,
Lhasa, capolinea della ferrovia Qinghai-Tibet. Si tratta di 1.900
chilometri e con l’esperienza acquisita i cinesi sostengono che anche la
nuova tratta verso il Nepal «è tecnicamente ed economicamente
fattibile». Agli scettici, che ricordano come Kathmandu sia 1.800 metri
sopra il livello del mare e Gyirong, alla frontiera tra i due Paesi, sia
ad un’altitudine di 2.800 metri, viene risposto con il dato di fatto
che Lhasa e Xigaze, sono rispettivamente a 3.700 e 3.800 metri.
La
Repubblica popolare cinese è all’avanguardia nella tecnologia
ferroviaria: si è dotata in poco più di dieci anni di circa 20 mila
chilometri di linee ad alta velocità, con treni che percorrono enormi
distanze a una media di 350 km all’ora. Ma per i 700 chilometri verso la
capitale del Nepal si prevede di non poter superare i 120 sul versante
cinese e i 160 su quello nepalese. Tempi di costruzione previsti quattro
anni. Costi non ancora precisati.
Si tratta anche di una sfida
geopolitica, oltre che ingegneristica, perché il Nepal è considerato
strategico dai due grandi rivali Cina e India. Xi Jinping ha impegnato
il suo Paese nel progetto delle Nuove Vie della Seta e New Delhi lo
osserva con sospetto, temendo un piano egemonico. A Pechino replicano
che collegare Tibet e Nepal servirà lo scopo di incrementare gli scambi
commerciali, far uscire la popolazione del piccolo Stato himalayano
dalla povertà e aprirlo alla modernità.
Il premier Khadga Prasad
Sharma Oli è in Cina da una settimana, con una delegazione di ministri
che hanno firmato una decina di intese che prevedono il miglioramento
dei collegamenti stradali, la costruzione di altri nove varchi alla
frontiera, 50 chilometri di cavi a fibra ottica per le telecomunicazioni
in territorio nepalese e cooperazione agricola e industriale. Il Nepal
nel 2015 ha subito un terremoto devastante, costato la vita a 9 mila
persone e la potenza economica cinese si offre di intervenire, prendendo
il posto dell’India. Nella visita del premier nepalese si è discusso
anche di due progetti per una centrale idroelettrica da 2,5 miliardi di
dollari e una diga da 1,8 miliardi. Erano stati accantonati ma ora il
premier Oli ha detto alla stampa di Pechino che il suo governo di
ispirazione marxista-leninista, insediato a febbraio, è pronto a
rivitalizzarli.
La Cina sta esportando la sua tecnologia
ferroviaria nel mondo: ha aperto nel 2016 la prima linea completamente
elettrificata in Africa Orientale, tra Addis Abeba a Gibuti: 760
chilometri costruiti in tre anni e mezzo a un costo di circa 4 miliardi
di dollari. Ha firmato i contratti per completare una linea ad alta
velocità tra Mombasa in Kenya e Malaba, al confine con l’Uganda. Xi ha
proposto anche di costruire una tratta tra la costa del Perù sul
Pacifico e quella del Brasile sull’Atlantico. Le Vie della Seta sono
infinite.