Corriere 14.6.18
Salvini: per me nessun limite al contante
Il vicepremier: la flat tax nel 2018, cedolare secca anche per i negozi. Niente Imu per quelli sfitti
di Andrea Ducci
ROMA
Entusiasmo e applausi ricordano l’accoglienza riservata la settimana
scorsa al vice premier Luigi Di Maio, durante l’assemblea di
Confcommercio. Questa volta a prendersi la scena con la categoria delle
piccole e medie imprese è Matteo Salvini, l’altro vice premier del
governo Conte, che interviene all’assemblea di Confesercenti. Il
registro è stato rodato nelle ultime settimane e muove intorno all’avvio
di nuove misure fiscali. Salvini conquista i piccoli imprenditori,
annunciando il suo piano in materia di tasse e rimozione del tetto
all’utilizzo del contante. Il tema dell’aumento dell’Iva, del resto, è
stato disinnescato da Di Maio davanti alla platea di Confcommercio, a
Salvini spetta l’ulteriore tratteggio delle misure per il progetto di
cosiddetta pace fiscale.
Cedolare ai negozi
Molti punti
fanno parte del contratto di governo tra Lega e M5S e il vice premier li
scandisce con sicurezza. «Non vengo a vendere promesse ma a parlare di
quanto contenuto nel programma. Ridurremo le tasse, non aumenteremo Iva e
accise, ma — aggiunge — avvieremo già nel 2018 la rivoluzione fiscale
impostata sulla flat tax, partendo dai redditi degli imprenditori per
poi arrivare a quelli delle famiglie». Il vice premier e ministro
dell’Interno non si ferma alla dichiarazione di sforbiciata sulle tasse e
spiega, per esempio, che i benefici della cedolare secca al 21% sulle
locazioni delle abitazioni saranno estesi ai negozi. «Ha funzionato per
portare ordine nell’affitto privato, perché non portarla anche nel
settore commerciale», spiega Salvini, che aggiunge quanto sia «una
follia il pagamento dell’Imu su un negozio sfitto». Musica, insomma, per
le orecchie di piccoli commercianti e imprenditori riuniti ad
ascoltarlo, ma che intercetta anche l’immediato favore del presidente di
Confedilizia.
Pace fiscale
I contorni della pace fiscale
assumono, dunque, caratteristiche più definite e si sommano a quanto
ribadito da Di Maio sul fatto che spesometro e redditometro verranno
aboliti, o che dovrà essere invertito l’onere della prova a carico del
contribuente. Finora non esiste una stima delle coperture, né
indicazione degli eventuali benefici sul fronte dei consumi grazie a una
diversa pressione fiscale sui contribuenti. Salvini però è convinto che
le risorse arriveranno dai maggiori margini di manovra sui conti
pubblici, «ridiscutendo le regole europee». Certo è che il nuovo
esecutivo procede, almeno in termini di annunci, in direzione di un
sistema a maglie più larghe rispetto al passato. Con tanto di nuovo
tassello: la rimozione del tetto a 3 mila euro all’utilizzo del contante
nei pagamenti. A spiegarlo è Salvini che prefigura un’inedita misura
rispetto al programma concordato con gli alleati di governo. «Per me —
dice — non ci dovrebbe essere nessun limite alla spesa per denaro
contante: ognuno è libero di pagare come vuole e quanto vuole». Un sasso
nello stagno, dato che il contratto di governo non indica niente del
genere e tenuto conto del discorso di insediamento del premier Conte,
che ribadiva l’intenzione di dare battaglia sul fronte della lotta
all’evasione, «inasprendo l’esistente quadro sanzionatorio
amministrativo e penale, al fine di assicurare il carcere vero per i
grandi evasori».
Un quadro che non piace al segretario reggente
del Pd, Maurizio Martina. «C’è sempre stata una ragione quando si è
discusso di porre dei tetti all’utilizzo del contante per combattere un
pezzo importante dell’evasione. Sarebbe un errore clamoroso».