Corriere 14.6.18
L’isolamento e la necessità di una strategia di lungo termine
di Massimo Franco
Il
congelamento del vertice di domani a Parigi tra il premier Giuseppe
Conte e il presidente Emmanuel Macron è il frutto avvelenato ma
inevitabile di tre giorni di diplomazia da dimenticare.L’attacco
grossolano del governo francese all’Italia sul caso della nave Aquarius
con 629 migranti a bordo non poteva non provocare una reazione italiana
forte, offesa. E Matteo Salvini ha sfruttato abilmente l’incidente per
descrivere un’Italia schierata con la sua politica sull’immigrazione; e
per costringere alleati e avversari a allinearsi, seppure con
inevitabili distinguo. Ma è doveroso chiedersi che cosa sarebbe successo
se la Spagna non avesse accettato di prendersi in carico quella nave; e
che cosa accadrà quando altre imbarcazioni arriveranno nei nostri mari.
Rimane l’incognita sulla tenuta di una scelta che deve mettere nel
conto altri passaggi difficili, e la prospettiva dell’isolamento in
Europa. Oltre tutto, il fronte esterno porta tensioni con altre nazioni
ma, almeno nell’immediato, consensi; in parallelo si delinea un fronte
interno preoccupante, per la maggioranza. L’inchiesta della magistratura
sui lavori per il nuovo stadio della Roma nella Capitale lambisce
esponenti del Movimento Cinque Stelle, oltre che del Partito democratico
e di Forza Italia. Evoca un comitato d’affari e una corruzione diffusa e
trasversale, della quale è difficile indovinare il punto di arrivo. Per
il Campidoglio guidato dalla sindaca del Movimento, Virginia Raggi, è
una brutta tegola: nonostante gli inquirenti precisino che non è
coinvolta. Ma dalla preoccupazione che si avverte tra i Cinque Stelle, a
cominciare dal ministro Danilo Toninelli, l’impressione è di uno
scandalo potenzialmente devastante. Il vicepremier e capo del M5S, Luigi
Di Maio, ha già fatto sapere: «Per quanto mi riguarda, chi sbaglia
paga». Matteo Salvini, invece, per ora sembra osservare la vicenda da
lontano. Dice solo di conoscere il costruttore Luca Parnasi, implicato
nell’inchiesta, e che gli sembra «una persona per bene». Quelle di Di
Maio e Salvini sono parole insieme caute e allarmate. Riflettono il
timore che le indagini oltrepassino i confini capitolini e coinvolgano
l’esecutivo nazionale: tanto più col sovraccarico della rottura tra
Italia e Francia. È stata annullata la visita del ministro
dell’Economia, Giovanni Tria, a Parigi; e a ruota congelato il vertice
di domani tra Giuseppe Conte ed Emmanuel Macron. Salvini pretendeva le
scuse del presidente dopo che il portavoce dell’Eliseo aveva definito
«vomitevole» il no italiano all’attracco della nave Aquarius: parole
maldestre e offensive. Se a questo si aggiunge l’inchiesta sullo stadio
di Roma, lo sfondo diventa più incerto. La tentazione della coalizione
M5S-Lega potrebbe essere quella di additare un accerchiamento da parte
di oscuri avversari. Già ieri Di Maio ha accusato la Francia di
prendersela con l’Italia, mentre ha tenuto comportamenti «contro la vita
umana». E ha evocato «un Paese sotto attacco dello spread e con i
migranti». La sindrome di un complotto è suggestiva. Ma la storia degli
ultimi anni dice che può rivelarsi un autogoal.