Corriere 14.6.18
In un anno solo 458 mila neonati È il record negativo dall’Unità d’Italia
Il dossier dell’Istat: il calo in atto da dieci anni. Anche gli stranieri fanno meno figli
di Alessandra Arachi
ROMA
Sono dieci anni che in Italia nascono sempre meno bambini. Ma la cifra
di denatalità che ha segnalato ieri l’Istat è il nuovo minimo storico
dall’Unità d’Italia: nel 2017 ci sono state soltanto 458 mila culle che
hanno avuto il dono di essere riempite.
Con questo trend, va da
sé, la popolazione diminuisce. Nel 2017 siamo stati 105 mila 472 in meno
rispetto al 2016, e ci ha salvato il saldo attivo che la popolazione
straniera ha dentro il nostro Paese, altrimenti saremmo sotto di quasi
203 mila unità.
Sono solo due anni che il saldo della nostra
popolazione ha il segno negativo — con sempre tanti più morti e sempre
tanti meno nati. Ma ci fanno sapere che è un destino inesorabile.
È
infatti un fenomeno che i demografi chiamano il «declino della
popolazione» e al quale, adesso ci avvertono, dobbiamo abituarci. Il
declino sarà sempre più declino almeno per i prossimi venti-trent’anni,
ovvero fino al 2040-2050.
È inesorabile, questa tendenza. Perché
nascono sempre meno bambini e questo non soltanto perché non si vogliono
(o non si possono) fare i bambini. C’è anche una questione strutturale,
ineluttabile: le donne in età fertile sono sempre meno. Per dirla con
le parole della statistica: le «baby boomers», la fortunata generazione
del dopoguerra, stanno lasciando il posto alle «baby buster», le giovani
spesso precarie di oggi. E la piramide della popolazione si va sempre
più rovesciando.
La mancanza di bambini si fa sentire in maniera
sempre più pesante. Basta guardare l’indice di fertilità per capire,
ovvero il numero di figli per donna: da anni è ormai bloccato sull’1,34.
E, anche qui, se non ci fossero le donne straniere sarebbe pari a 1,22.
Del
resto dei poco più di 458 mila bimbi nati in Italia nel 2017, quasi uno
su quattro è nato da genitori stranieri o da almeno un genitore
straniero. Per la precisione : sono 68 mila quelli nati da entrambi
genitori stranieri — comunque in calo rispetto al 2016 — e poco più di
30 mila da almeno un genitore straniero. E non è un caso che la
popolazione straniera in casa nostra sia l’unica a registrare un saldo
positivo (+ 61 mila).
Non dimentichiamo che in Italia risiedono
persone di circa duecento nazionalità, nella metà dei casi si tratta di
cittadini europei (2,6 milioni). La cittadinanza più rappresentata è
quella rumena (23,1%) seguita da quella albanese (8,6%).
Calano le
nascite, aumentano i decessi. È normale che succeda in un Paese con una
popolazione come la nostra. In Italia, infatti, è quasi un individuo su
quattro che ha più di 65 anni, il 22%, e non dimentichiamocelo che
siamo il Paese più vecchio al mondo dopo il Giappone. È così che nel
2017 i decessi hanno toccato quota 650 mila, 34 mila in più rispetto al
2016.
C’è un’oasi di fertilità nel nostro Paese, la provincia
autonoma di Bolzano. Soltanto qui il tasso di crescita ha davanti un
segno più: +1,8 per mille. Un contraltare inquietante per l’anziana
Liguria dove il tasso di crescita del -8 per mille. Il tasso di crescita
nazionale è di -3,2%, e a parte il picco della Liguria, vanno segnalati
i -5 per mille di regioni come il Molise e l’Umbria, il Friuli Venezia
Giulia, Piemonte e Marche.