mercoledì 13 giugno 2018

Corriere 13.6.18
La polemica sui migranti ricompatta l’esecutivo
di Massimo Franco


La risacca politica europea sui migranti era prevedibile. E non è chiaro se preluda a un isolamento dell’Italia rispetto ai tradizionali alleati. Ma l’attacco della Francia e, in parte, della Spagna, ha una virulenza che può solo acuire la tensione e i riflessi nazionalistici. E permette al governo, soprattutto alla Lega, di rivendicare la linea dura. Definire «vomitevole» la scelta del ministro dell’Interno Matteo Salvini di rifiutare l’attracco della nave Aquarius nei nostri porti può placare l’indignazione di una parte dell’opinione pubblica francese. Ma non risolve il problema e esaspera quella italiana.
Le parole del portavoce del presidente Emmanuel Macron risuscitano i fantasmi delle barriere erette al confine con Ventimiglia per impedire il passaggio di migranti; o dei gendarmi francesi che sconfinano a Bardonecchia per controllare alcuni africani. E offrono altra materia polemica a M5S e Lega, che si fanno forti di un’Italia magari divisa sui migranti, eppure insofferente verso i rimproveri dall’estero, dopo anni di indifferenza. Semmai, è più insidiosa la segnalazione spagnola, secondo la quale il «no» di Italia e Malta potrebbe comportare misure penali.
Non è chiaro quanto sia fondata giuridicamente. Ma arriva dalla nazione che ha accettato di far sbarcare i 629 migranti di Aquarius. Il «proprio loro parlano!», col quale il vicepremier Luigi Di Maio commenta la presa di posizione dell’Eliseo è significativa. Il problema è che senza una via d’uscita, l’Italia potrebbe trovarsi in una tenaglia che la costringe a una guerra verbale infinita. Di certo, attacchi di questo tenore compattano la maggioranza.
E diplomatizzano i malumori dei Cinque Stelle su un protagonismo salviniano che tende a abbattere le competenze tra ministeri e rende il leader del Carroccio l’apparente capo del governo. In più, azzera la possibilità di un avvicinamento tra Di Maio e il partito di Macron, En Marche, in vista delle Europee del 2019. Perfino l’ex ministro Pd, Carlo Calenda invita la Francia a non darci lezioni, sebbene parli di «spot elettorale» del Carroccio: a due giorni dall’incontro tra il premier Giuseppe Conte e Macron.
Se non è uno spot elettorale, comunque la vicenda avvantaggia il governo. Salvini si sente incoraggiato a proseguire su una linea spregiudicata contro gli sbarchi. La più preoccupata sembra la Commissione europea. «L’Italia è stato un Paese molto impegnato e europeo» sui migranti. «La sosteniamo... Tutti gli Stati devono assumersi una parte di responsabilità», sostiene il commissario Dimitris Avramopoulos. Ma col dialogo spezzato si preparano altre tragedie in mare: col rischio che diventino bandiere opposte delle campagne elettorali.