Corriere 12.6.18
I malumori della sinistra M5S Di Maio minimizza la frenata
Allarme anche per la crescita leghista. Ma il leader: noi Davide contro Golia
di Alessandro Trocino
ROMA
L’allarme è arrivato forte e chiaro, anche se la linea ufficiale,
dettata da Luigi Di Maio, è di minimizzare. I risultati dei 5 Stelle al
primo turno delle Comunali sono deludenti. Ma quello che preoccupa di
più è un doppio fenomeno: il gelo dell’anima di sinistra dei 5 Stelle,
con relativa diserzione delle urne, e la contestuale avanzata della
Lega, che qualcuno teme possa finire per cannibalizzare l’elettorato di
destra del Movimento. Un doppio fronte che preoccupa, anche perché si
salda con i crescenti malumori sulla deriva anti migranti di una parte
dei 5 Stelle, guidata (simbolicamente) da Roberto Fico. Che non a caso,
ieri, è andato fino a San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria,
per far visita ai migranti della tendopoli dove viveva Soumaila Sacko,
il 29enne del Mali attivista di Usb ucciso a fucilate il 2 giugno.
Di
Maio sulle urne si dichiara soddisfatto. Ripete una metafora un po’
fuori dai tempi e dal nuovo abito governativo — «Siamo Davide contro
Golia» — ma soprattutto adduce una motivazione sempre valida per i
risultati non esaltanti a livello locale per i 5 Stelle: «Anche questa
volta eravamo da soli contro coalizioni di decine di liste». Motivazione
tecnica, che consente agli altri schieramenti di avere, viste le
dimensioni del voto, un impatto più forte sul territorio, tra amici e
parenti delle decine di candidati sfidanti. Limite strutturale dei 5
Stelle, che non vogliono collegarsi con altre liste né crearne ad hoc.
Ma non è l’unica motivazione per la delusione dei risultati, una
manciata di ballottaggi conquistati. E — come ha sottolineato Di Maio
con un’enfasi non troppo in linea con la rilevanza dei casi — «la
vittoria al primo turno a Crispiano in Puglia, a Ripacandida in
Basilicata, a Pantelleria in Sicilia, a Castel di Lama nelle Marche».
Il
leader politico dei 5 Stelle manca di soffermarsi, invece, sulla
cocente sconfitta romana, dove due Municipi (le circoscrizioni romane)
sono passate in mani avversarie. Segno che il mandato di Virginia Raggi
non sta entusiasmando tutti i romani. La sindaca promette: «Ci
impegneremo di più su decoro, lavori pubblici e trasporti». Il
capogruppo Paolo Ferrara ammette: «È un segnale d’allarme. I cittadini
hanno sempre ragione». Ma la capogruppo alla Regione Lazio Roberta
Lombardi va oltre e chiede di «prendere atto del messaggio». E propone
una «rete di competenze 5 Stelle per coordinare, organizzare e
supportare» gli eletti. Insomma, chiede di strutturare di più il
Movimento sul territorio.
Comunque sia, non c’è da stare
tranquilli. Perché Salvini resta ben saldo con un piede in due staffe:
al governo con i 5 Stelle, sul territorio con Forza Italia. E sembra ben
deciso a non mollare la guida di un centrodestra di cui ormai è il
dominus. In attesa di capire che succederà, i malumori tra i 5 Stelle
crescono. Sergio Battelli, certo non un simpatizzante della Lega, dice:
«Non è andata molto bene, dobbiamo essere maturi e ammetterlo». E il
drappello dei più attenti ai diritti si fa sentire. Non c’è solo la
solita Paola Nugnes. Ci sono gli ex Vega Colonnese e Massimiliano
Bernini. E diversi senatori che temono che i 5 Stelle diventino «gli
utili idioti» della Lega: «Anche perché i nostri temi sono messi sempre
in secondo piano dalle sparate di Salvini». Fico, in visita ai migranti
calabresi, lo fa come rappresentante delle istituzioni. Ma non sfugge il
segnale politico. E basta vedere i commenti sui social. Come quello di
Massimiliano: «Bene presidente! Affrancatevi dalla Lega di Salvini o
sotto la sua ruspa ci finisce il M5s». Ed Enrica: «Bravo, ritroviamo
l’umanità».