Correre 29.6.18
Omaggi Il volume curato da Rosa Otranto e Massimo Pinto (Edizioni di Storia e Letteratura)
Canfora, la filologia è libertà
di Livia Capponi
Come
lavoravano gli autori greci e latini? Nel suo lungo e intenso
magistero, Luciano Canfora, a cui gli allievi Rosa Otranto e Massimo
Pinto dedicano il volume collettivo Storie di testi e tradizione
classica, ha insegnato ad affrontare ogni testo a partire dalla sua
storia, reinventando la filologia come disciplina in grado di leggere
non solo i testi giunti fino a noi, ma anche le cicatrici, i tagli, i
contorni invisibili di ciò che è stato modellato da un censore, da un
copista, dal gusto di un’epoca. Diversamente da Isocrate, famoso per la
sua lentezza nel comporre, e da Pitagora, che preferiva depositare la
sua dottrina nei libri più sicuri, cioè nella memoria degli alunni,
Canfora, la cui bibliografia conta 843 opere, è più simile a Demostene,
che cesellava ogni rigo o a Fozio, patriarca bizantino che salvò il
patrimonio letterario antico, aiutato da un’affezionata cerchia di
studenti. Nei contributi qui raccolti, l’erudizione è messa al servizio
di una coinvolgente ricerca della verità, intesa come integrità
testuale, storica ed etica. Sono toccati i temi prediletti, come
l’analisi critica della democrazia, la storia della tolleranza e della
libertà di parola, la schiavitù e i perseguitati politici e religiosi da
Atene ai giorni nostri, attraverso lo studio di storiografia, archivi,
biblioteche e pubblicistica d’ogni epoca. Il tutto condito da empatia e
indipendenza di giudizio, in grado di far rivivere gli antichi con
grande vivacità: Cesare è ritratto mentre elabora il primo sistema
crittografico per l’intelligence romana; Fozio nell’atto di divorare
romanzi d’amore greci (per poi censurarli). Coerentemente con la lezione
canforiana, lo studio dei classici diventa motivo di apertura mentale
perché aiuta a capire il presente e noi stessi.