Repubblica 4.5.18
Legge speciale
Netanyahu ora potrà dichiarare guerra aggirando la Knesset
di Vincenzo Nigro
Lunedì
sera, dopo un forte pressing di Bibi Netanyahu, il Parlamento
israeliano ha votato una nuova legge sui “poteri di guerra”. D’ora in
poi in “circostanze estreme” basterà la decisione del premier e del
ministro della Difesa per mandare il Paese in guerra. In condizioni
normali a decidere sarà sempre il “gabinetto di sicurezza”, che secondo
la legge è l’organo costituzionale che ha il potere di impegnare il
paese in operazioni belliche. Lunedì era il giorno in cui Netanyahu ha
tenuto la presentazione in cui ha rivelato i materiali di intelligence
raccolti dal Mossad sui piani nucleari iraniani. Come scrive Aviad
Kleinberg su Yedioth Ahronoth, «questa decisione, che naturalemnte è
stata relegata dai media ai margini dello show sull’Iran, farà sì che le
scelte del primo ministro e del minsitro della Difesa potranno essere
valutate solo in retrospettiva».
Come dire che potrebbe essere
possibile analizzare le ragioni, la correttezza di una scelta solo a
guerra terminata. Per molti commentatori, anche quelli vicini alle
posizioni del Likud, la scelta di Netanyahu è dovuta alla crescente
insofferenza per il processo parlamentare. Un altro giornale centrista,
Maariv, contesta il modo in cui potranno essere definite le “circostanze
estreme” che permetteranno di bypassare anche il gabinetto di crisi: «E
se, come spesso è accaduto, il premier avrà anche l’incarico di
ministro della Difesa potrebbe consultarsi soltanto con se stesso?». La
delicatezza della questione è rafforzata dal fatto che Israele sta già
vivendo uno scontro militare con l’Iran in Siria, con i pasdaran
iraniani che provano a trasferire armi sempre più potenti nel paese di
Bashar el Assad e il governo di Israele che lancia bombardamenti per
distruggere quelle armi. La tensione salirà nei prossimi giorni, quando
il presidente Trump potrebbe abbandonare l’accordo con l’Iran sul
nucleare.
Ieri il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif ha
confermato che se gli Usa abbandoneranno l’accordo, l’Iran non si
sentirà più obbligato a rispettarlo.